26 gennaio 2012

Andrea Scarabelli racconta il suo libro "Suonare il paese prima che cada" (streaming audio)

Andrea Scarabelli ha presentato il suo libro Suonare il paese prima che cada alla libreria Melbookstore di Novara. In quest'occasione abbiamo fatto una chiacchierata oltre che sul libro anche sulla situazione discografica, sulle riviste musicali, sulla televisione, il web, sulle tendenze del momento, sulla storia personale di tanti musicisti e anche sui "trucchi" che le band emergenti dovrebbero conoscere prima di approcciarsi al complicato e frammentario mondo della discografia. Ecco l'audio completo dell'intervista. r.co.

Francesco Bianconi (Baustelle), Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica), Pierpaolo Capovilla (il teatro degli orrori), Max Collini (Offlaga Disco Pax), Dente, Federico Dragona (Ministri), Enrico Gabrielli (Mariposa, Calibro 35), Meg, Enrico Molteni (Tre allegri ragazzi morti), Massimo Volume, Massimo Pupillo (Zu), Tying Tiffany raccontano il proprio, a volte tormentato, percorso artistico. 
Ho scelto di dare voce ad alcuni tra i più famosi musicisti della scena alternativa. Attraverso la loro storia personale ho tratteggiato un decennio in musica.
L'Italia è una nazione di critici musicali: è facile che venga premiato che stronca rispetto a chi fa un minimo di analisi. 
In passato anche molte etichette indipendenti hanno fortemente influenzato, anche economicamente, le riviste e i giornali musicali. Negli anni non si è creato un vero riferimento per quanto riguarda la carta stampata.
Band anche di scarso livello spendono tantissimi soldi nella realizzazione di videoclip, che spesso peraltro snaturano completamente la propria essenza musicale. Ecco alcuni casi virtuosi di come le band possono approcciarsi nel variegato mondo delle etichette discografiche... 
Gli Anni Zero sono stati caratterizzati da fenomeni e da mode, come la musica indie, ora si assiste ad un ritorno del punk e del reggae. Alcuni sostengono che gli Anni Zero siano stati caratterizzati da una sorta di retromania. Il reggae anche se apparentemente è molto lontano dall'immaginario italiano, negli Anni Settanta in Inghilterra aveva perso i colori dei Caraibi per adattarsi ad un ambito metropolitano e di crisi che si viveva in quegli anni, trasformandosi in dub. Probabilmente in Italia si sta verificando un meccanismo in parte analogo.

4 commenti:

  1. Mi avete incuriosito, comprerò di sicuro il libro

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  2. Roberto, ma quanto ci hai goduto quando Scarabelli ha parlato delle band di scarso livello che spendono soldi per costosissimi videoclip?!? AHHAHAHAHAH :-)

    M.

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  3. Non molto, alla fine mica li danno a me i soldi...

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  4. Rob....devo dire che ho letto fino ad Enrico Molteni e devo dire che le storie sono tutte molto carine e coinvolgenti....
    Marco Colombo

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