La band emiliana dei Rio è stata a suonare al Phenomenon di Fontaneto d'Agogna ormai alcune settimane fa. In quell'occasione abbiamo intervistato il chitarrista Marco Ligabue, frontman della band insieme al cantante Fabio Mora (gli altri componenti sul palco saranno il bassista Bronski e il batterista e tastierista “Paddo” Alberto Paderni). Ecco l'intervista che ha offerto spunti interessati per conoscere meglio un gruppo a cui va dato merito di ottenere un seguito in crescita costante.
Che tipo di set proporrete al Phenomenon? Un concerto classico, le nostre canzoni sono a cavallo tra pop e rock. L’intento è quello di proporre una musica solare, leggera ma allo stesso tempo non banale. Il nostro pubblico ai concerti viene per cantare, per divertirsi, per condividere un’emozione. Lo spirito che anima il live è assolutamente quello del divertimento e della spensieratezza.
Dopo tre dischi (Mariachi Hotel del 2004, Terra luna e margarita del 2007, Il sognatore del 2010) cosa è cambiato con il nuovo disco, Mediterraneo? La nostra popolarità è cresciuta a piccoli passi così come il nostro consenso da parte del pubblico. Ai concerti i fan conoscono ormai tutte le canzoni a memoria e non chiedono soltanto Gioia nel cuore, il nostro brano più famoso. Ad esempio Portami da te, una canzone che proponiamo solo nei live in versione acustica (su disco è disponibile sono l’arrangiamento elettrico, ndr) in questi anni è diventato un piccolo caso mediatico, i fan la apprezzano tantissimo, nonostante non sia un singolo e sulla rete è diventato un altro nostro brano simbolo. Mediterraneo è il nostro quarto disco, un disco uscito di getto a differenza degli altri. Tutte le canzoni sono firmate da tutti i componenti della band, le canzoni sono venute istintivamente, sia nella scrittura che nella realizzazione. Rispetto al nostro terzo disco, Il sognatore, prosegue anche il tema del sogno che avevamo iniziato ad esplorare col il disco precedente.
Il fatto di essere etichettati come la band dove suona il fratello di (Luciano) Ligabue non vi pesa? In parte sì. Molte persone sono un po’ prevenute nei nostri confronti proprio per questo aspetto. Ma noi non siamo dei “raccomandati”. Inizialmente, essere accostati a Luciano ha creato una certa curiosità attorno al nostro progetto, ma abbiamo conquistato il pubblico, un pubblico assolutamente tutto nostro, scrivendo belle canzoni e cercando di trasmettere qualcosa… Venire ad ascoltarci e mi direte se non ho ragione.
Mediterraneo è uscito alla fine dello scorso mese di giugno, quale riscontro avete avuto? I Rio hanno ancora quell'incoscienza e quel pizzico di follia che ci dà la voglia di rischiare nella nostra proposta musicale. Piacciono le canzoni più energiche come Tanto rumore per nulla o Tutti fuori che sono la chiave per arrivare a conoscere la nostra discografia più nel complesso. Il riscontro è stato davvero positivo, un crescendo continuo soprattutto dal vivo. Anche a livello mediatico il seguito ed il riscontro è migliorato.
Quali sono i vostri riferimenti musicali? Abbiamo gusti molto diversi tra noi. Io, ad esempio, nella mia formazione musicale ero molto legato al rock'n roll degli Anni Cinquanta, l'Emilia era un contesto molto positivo per il rock. Attualmente, credo che una band che ci unisce nei gusti siano i Red Hot Chily Peppers. L'altro giorno in furgone ci siamo trovati a canticchiare un loro brano Tell me baby e in pochissimo l'abbiamo messo in piedi per un live il giorno seguente.
Nel vostro tour c'è anche un messaggio ecologico, di cosa si tratta? Nel nostro tour (soprattutto nelle date in estarno piuttosto che nei club) c'è anche molta ecologia, che è un aspetto che sentiamo fortemente. Cerchiamo di essere meno impattanti, portiamo i fusti della raccolta differenziata, viaggiamo su macchine ibride, si tratta di una sperimentazione che abbiamo intrapreso collaborando con Coop. Nel nostro disco precedente poi è stato estratto un brano con la collaborazione di Paolo Rossi e Fiorella Mannoia con un messaggio spiccatamente ecologista, un vero e proprio inno alla salvaguardia del nostro pianeta, argomento che anche a livello personale mi sta davvero molto a cuore.
Intervista di Roberto Conti
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