Nobraino - No Usa! No Uk ***
Il disco, edito dalla neonata etichetta discografica MArteLabel e registrato con la supervisione artistica di Giorgio Canali, è stato preceduto dal singolo La giacca di Ernesto presentato nel marzo scorso nel salotto di "Parla con me", la trasmissione di Serena Dandini che vanta ambizioni musicali. No Usa! No Uk contiene soltanto tre brani inediti: La giacca di Ernesto è a mio avviso il più rappresentativo: è una canzone che parla dell'ineluttabile importanza del costume, ispirata alla più fatua delle affermazioni: "oggi sono contento di come sono vestito". L'onesta monarchia di Luigi Filippo, è la storia di un grande re che avendo raggiunto il massimo splendore si "dimette" per la noia di non poter più migliorare. La nota stampa segnala De Andrè nei paraggi, anche se noi lo abbiamo visto solo molto lontano. Nel complesso si tratta di un disco di sottofondo piacevole e adatto ad ogni occasione, dove la bossanova si mischia al rock e ad episodi cantautorali. Questo disco, anche se la maggior parte dei brani sono già noti al pubblico che segue la band costituita da ex giocatori di basket, è una buona occasione per fare conoscenza con questa interessante formazione. Roberto Conti
Il disco, edito dalla neonata etichetta discografica MArteLabel e registrato con la supervisione artistica di Giorgio Canali, è stato preceduto dal singolo La giacca di Ernesto presentato nel marzo scorso nel salotto di "Parla con me", la trasmissione di Serena Dandini che vanta ambizioni musicali. No Usa! No Uk contiene soltanto tre brani inediti: La giacca di Ernesto è a mio avviso il più rappresentativo: è una canzone che parla dell'ineluttabile importanza del costume, ispirata alla più fatua delle affermazioni: "oggi sono contento di come sono vestito". L'onesta monarchia di Luigi Filippo, è la storia di un grande re che avendo raggiunto il massimo splendore si "dimette" per la noia di non poter più migliorare. La nota stampa segnala De Andrè nei paraggi, anche se noi lo abbiamo visto solo molto lontano. Nel complesso si tratta di un disco di sottofondo piacevole e adatto ad ogni occasione, dove la bossanova si mischia al rock e ad episodi cantautorali. Questo disco, anche se la maggior parte dei brani sono già noti al pubblico che segue la band costituita da ex giocatori di basket, è una buona occasione per fare conoscenza con questa interessante formazione. Roberto Conti
Ilaria Pastore - Nel mio disordine ***
Devo dire la verità, anche se talvolta i paragoni possono non essere il massimo per una recensione, ma quando mi sono trovato tra le mani il disco di Ilaria Pastore, Nel mio disordine, mi è subito venuta in mente L'Aura, ve la ricordate, quella che ha scelto di aggiungere l'apostrofo al nome per "differenziarsi". Ilaria è altrettanto brava, raffinata e personale, si presenta nel brano di apertura E la chiamano notte con una chitarra leggera leggera che sa arrivare alle corde più sensibili della mente. In un mondo a cavallo tra reale e onirico, Ilaria gioca con le parole con grande maestria e semplicità, così come nel booklet dove si presenta agghindata di cappuccio rosso, corpetto e gonna realizzata con un bubble per imballaggi. Vaga per un bosco urbano dove qua e là compaiono palloncini e strumenti musicali: ci ha portati nel suo disordine, lo stesso che nella traccia 5, Miele, mescola "curiosità e timore". La produzione artistica dell'album, in cui ha creduto la milanese Totally Unnecessary records, è stata firmata da Ilaria insieme al chitarrista Gipo Gurrado. Completano il trio di musicisti Lucio Fasino e Antonio Fusco. Tornando al paragone con L'Aura, ad ascolto ultimano, in alcuni episodi (vedi Fermo immagine) la somiglianza un po' rimane. Ma Ilaria ha avuto il buon cuore di chiamarsi con il proprio nome e cognome. Roberto Conti
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