Dopo due ore in cui siamo stati ammorbati da un pessimo karaoke e da un duo che ha proposto cover ispirate ai peggiori anni '80 (vi prego ditemi che non sono stati usati soldi pubblici per organizzare uno spettacolo tanto mesto, altrimenti mi deprimo) ecco Camerini.
Felpone arancione con cappuccio, pantaloni neri vagamente emo, cappellino blu per mascherare l'assenza di capelli. Eccolo sul palco: sembra che ci sia capitato per caso.
Non c'è band, non ci sono strumenti, solo basi (strumentali e talvolta anche vocali) e il povero Alberto che tenta di cantarci sopra... Ma la voce fa cilecca e a poco serve cercare di saltellare qua e là sul palco ricordando le energie di un tempo.
Gran parte del pubblico (quello sopravvissuto al karaoke e al duo) se ne va, ma resta uno zoccolo duro di fedelissimi, composto in gran parte da signore attempate (che poco elegantemente potremmo definire 'tardone').
Una di loro batte le mani seduta su una sedia con gli occhi semichiusi, altre più energiche sono in piedi e si dimenano mostrando le pance lasciate scoperte da lembi di stoffa troppo corti per coprire tanta abbondanza.
Il 'live' è breve e dopo una prima parte di grande affanno vede un lieve miglioramento con i cavalli di battaglia Maccheroni elettronici, Tanz bambolina e Rock'n roll robot (ri-proposte anche nel bis). Alberto Camerini mi fa grande tenerezza ed è un peccato vederlo brancolare in uno spettacolo tanto mesto... Ma questa recensione è una foto di quello che hanno visto i miei occhi. Alcuni fan sono stati contenti lo stesso e non hanno esitato ad andare nel back-stage a farsi fotografare con il loro beniamino, ma mi domando, musicalmente parlando, se possano ancora sopravvivere 'cose' di questo genere spacciate per concerti e operazioni nostalgia, alla fine non eravamo mica a Music Farm!? Roberto Conti
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