E' stato un concerto lungo e intenso, segnato dall'attesa dei vecchi brani che come è noto Moltheni non ama riproporre dal vivo. Lui ammette candidamente che alcune canzoni non gli appartengono più, e quindi non le suona. E' giusto così...
Arriviamo che i Bachi di pietra stanno ultimando il loro live, nel frattempo Moltheni, da dietro una tenda, dà le ultime direttive alla band. Tutto deve essere perfetto. Il primo pezzo è Io, eseguito con un nuovo arrangiamento e con l'accompagnamento di uno strumento a corde simile a un mandolino, poi partono le note del Circuito affascinante e il pubblico inizia a cantare. Tutta la prima parte del concerto prosegue con brani piuttosto recenti come L'età migliore, Gli anni del malto, L'amore acquatico, In porpora. C'è spazio anche per qualche brano più sommesso, come la delicatissima Corallo o come L'attimo celeste che parte acustica e cresce noise, come se stesse per arrivare una tempesta, una tempesta di emozioni in grado di annientare per poi ricostruire subito dopo.
Giacomo Fiorenza ha sulla tracolla del basso un cuore che cambia colore in corrispondenza delle luci. Il cuore riflette le sensazioni del pubblico: c'è chi ascolta per la prima volta, chi rivanga il passato, chi fa riaffiorare emozioni e ricordi ai quali la musica di Moltheni ha fatto da colonna sonora. Ad un certo punto partono le note di Flagello e amore, una delle rarityes ripescata da Natura in replay: il pezzo ha un arrangiamento potente che lo rende ancora più struggente e malvagio nel veicolare sentimenti lontani dalla gioia, che poi sono quelli che Umberto sa servire su un vassoio d'argento e che in questi 10 anni gli hanno portato un pubblico magari non oceanico ma davvero fedele.
Da Fiducia nel nulla migliore (oltre al classico Il bowling o il sesso) viene ripescata Zona monumentale. Il pubblico gode e applaude, nonostante la band abbia cappellato un po'...
Un desiderio innocuo è un altro regalo inatteso che canto a squarcia gola: non l'avevo mai sentito dal vivo questo pezzo. Grazie. Grazie lo grida anche il pubblico. Qualcuno che non conosco vicino a me piange. Moltheni ringrazia con voce flebile, seminascosto dietro al suo copricapo di lavanda. Poi il concerto torna su binari più consueti, con altri brani da Toilette e dai Segreti. Quasi in chiusura l'ultima sorpresa: Petalo, quello che, dice lui, sarebbe dovuto essere un singolo (mai pubblicato, ndr) e forse lo sarà prossimamente...
Eternamente nell'illusione di te chiude due ore di concerto seguitissimo in cui Moltheni ha attinto con sapienza ad un passato musicale colmo di canzoni che hanno davvero qualcosa da dire. Roberto Conti
(foto Aurora Logozzo)
Arriviamo che i Bachi di pietra stanno ultimando il loro live, nel frattempo Moltheni, da dietro una tenda, dà le ultime direttive alla band. Tutto deve essere perfetto. Il primo pezzo è Io, eseguito con un nuovo arrangiamento e con l'accompagnamento di uno strumento a corde simile a un mandolino, poi partono le note del Circuito affascinante e il pubblico inizia a cantare. Tutta la prima parte del concerto prosegue con brani piuttosto recenti come L'età migliore, Gli anni del malto, L'amore acquatico, In porpora. C'è spazio anche per qualche brano più sommesso, come la delicatissima Corallo o come L'attimo celeste che parte acustica e cresce noise, come se stesse per arrivare una tempesta, una tempesta di emozioni in grado di annientare per poi ricostruire subito dopo.
Giacomo Fiorenza ha sulla tracolla del basso un cuore che cambia colore in corrispondenza delle luci. Il cuore riflette le sensazioni del pubblico: c'è chi ascolta per la prima volta, chi rivanga il passato, chi fa riaffiorare emozioni e ricordi ai quali la musica di Moltheni ha fatto da colonna sonora. Ad un certo punto partono le note di Flagello e amore, una delle rarityes ripescata da Natura in replay: il pezzo ha un arrangiamento potente che lo rende ancora più struggente e malvagio nel veicolare sentimenti lontani dalla gioia, che poi sono quelli che Umberto sa servire su un vassoio d'argento e che in questi 10 anni gli hanno portato un pubblico magari non oceanico ma davvero fedele.
Da Fiducia nel nulla migliore (oltre al classico Il bowling o il sesso) viene ripescata Zona monumentale. Il pubblico gode e applaude, nonostante la band abbia cappellato un po'...
Un desiderio innocuo è un altro regalo inatteso che canto a squarcia gola: non l'avevo mai sentito dal vivo questo pezzo. Grazie. Grazie lo grida anche il pubblico. Qualcuno che non conosco vicino a me piange. Moltheni ringrazia con voce flebile, seminascosto dietro al suo copricapo di lavanda. Poi il concerto torna su binari più consueti, con altri brani da Toilette e dai Segreti. Quasi in chiusura l'ultima sorpresa: Petalo, quello che, dice lui, sarebbe dovuto essere un singolo (mai pubblicato, ndr) e forse lo sarà prossimamente...
Eternamente nell'illusione di te chiude due ore di concerto seguitissimo in cui Moltheni ha attinto con sapienza ad un passato musicale colmo di canzoni che hanno davvero qualcosa da dire. Roberto Conti
(foto Aurora Logozzo)
Flagello e amore / Il circuito affascinante live al Magnolia:
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