20 ottobre 2017

Per cercare il ritmo, prima prova solista per Alex Germanò

Alex Germanò, dopo aver fondato gruppi più o meno allineati alla formula indierock italiana ed averci suonato molto anche dal vivo, decide di pubblicare un primo disco da solista, intitolandolo "Per cercare il ritmo". Il disco esce, con un buon seguito di fans ed alcuni video musicali. E piace. Perchè la formula è studiata bene: melodie cantilenanti, molti strumenti a rafforzare la sua personalità conditi da spruzzate elettroniche ed ecco le nove tracce, spalmate su una fragrante fetta biscottata di pubblicità e grafiche super ok, merito soprattutto dell'etichetta laziale Bomba Dischi, artefice materiale del lavoro.
Il fatto è che a me "Per cercare il ritmo" annoia mortalmente. Le canzoni che lo compongono sembrano infatti appisolarsi e abbandonarsi entropicamente in cantilene e sotterfugi, piuttosto che provare ad incidere realmente una melodia che faccia breccia nell'ascoltatore, che faccia scoccare una scintilla. Solamente L'automobile che corre Mezzanotte meno 10 ci riescono, in tutto il disco, e nemmeno la canzone che dovrebbe essere una sorta di "dichiarazione d'intenti" del lavoro, Per cercare il ritmo, dà la carica necessaria per affrontare l'ascolto dell'intera produzione. Dicembre è la solita, vecchia sinfonia ipocondriaca sul cambiamento dei sentimenti ed il passare del tempo nella quale le idee non vengono sviluppate come dovrebbero, essendo una canzone d'amore; Carabiniere è troppo confusa nonostante la facile litanìa degli arpeggi di chiatarra che la caratterizzano. Insomma, Bomba Dischi fatica e non poco a trovare un riempimento appetibile in attesa del nuovo di Calcutta. Giorgio Poi, Adriano Viterbini, Germanò e il ritorno degli Amari. Appetibile da parte di chi ricerca, nella musica, spasso e conoscenza. Germanò, come molti altri, dimostra spiccata inventiva ma un'insostenibile attitudine all'adagiarsi troppo sull'autoreferenzialità. Un merito comunque inequivocabile di questo "Per cercare il ritmo", è sicuramente quello di essere un album studiato e completo, per nulla pleonastico: ottime basi per poter far meglio con una seconda uscita, che spero arrivi presto. Andrea Vecchio

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