20 ottobre 2013

Buone potenzialità dalle band di Music village


Domenica sono stato invitato in qualità di "giudice" alla rassegna Music village alla sala prove "Impronte sonore" di Romentino, una sala che colpevolmente non conoscevo: bellissima, confortevole, come attrezzature di assoluto livello. Con grande piacere ho ascoltato cinque progetti musicali tutti con buone potenzialità (Triciperatopi nella foto, Fuori lista, Giulia Dallera e Angelo Brillante, Sisko, Beatrice Vaccari) ragazzi attenti e desiderosi di migliorarsi. Spero proprio di aver dato loro qualche buon consiglio.
 



I Triciperatopi propongono uno ska fresco e scanzonato eseguito con buona tecnica e con una punta di demenzialità, sullo stile dei Gem Boy o dei Vallanzaska, per capirci. 
Tra i brani hanno proposto il rifacimento di una canzone di Arisa, Malemoreno, davvero piacevole e divertente. L'unica cosa discutibile è il nome. 



I Fuori lista propongono invece brani pop rock: si sono messi in evidenza soprattutto per la bella voce di Daniele Lagresta e per i testi pregni e articolati; il tappeto sonoro non mi ha però entusiasmato, poco personale e con arrangiamenti poveri di idee nonostante una buona base tecnica.



Giulia Dallera e Angelo Brillante mi hanno stupito con un'esibizione acustica ed intimissima, tutta improntata alla valorizzazione della notevole voce di Giulia, ispirata nell'interpretazione di due cover di Ed Sheeran. Una chitarra meglio amplificata probabilmente avrebbe aiutato molto.



Sisko, giovane cantautore novarese, si è invece presentato cantando sopra una base (peraltro con delle voci di fondo sovraincise) che ha reso il suo tentativo pacchiano e deludente. Gettata la base nel cestino, gli ho chiesto di cantare solo chitarra e voce e la musica è cambiata di colpo... 
Con un cantato asciutto e parecchio personale, ispirato al miglior De Gregori, Sisko ha ingranato la marcia giusta e (credo) abbia capito che la semplicità nel suo caso è assolutamente la strada da battere.


Discorso in parte analogo per Beatrice Vaccari, che mi si presenta davanti con abiti darkeggianti e rossetto nero, proponendomi (con l'immancabile base) due cover gothic metal, interpretate con virtuosismi lirici. Beatrice ha talento e forte personalità, ma anche in questo caso va incanalata e consigliata: le cover ricantate senza la discutibile base valgono dieci volte tanto. 
Poi, rotto il ghiaccio, le chiedo di cantarmi qualcos'altro e con gorgheggio lirico intona Memory, canzone tratta dal musical Cats, e l'aria di Haendel Lascia c'io pianga. Forse è quest'ultima, più che il metal, la vera trasgressione!  

Diversi anni fa fui invitato sempre dalla stessa rassegna: il livello delle band era di molto inferiore e alcuni progetti rasentavano il ridicolo. Stavolta invece tutti hanno ben figurato. In bocca al lupo se continuerete in questa bella avventura che si chiama Music village. Roberto Conti   

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