1 luglio 2013

Droning maud - Our secret code - Rec. in 10 parole














Secondo lavoro per i laziali Droning maud. Registrato agli Acme Studios, master di Paolo Messere, con la produzione di Amaury Cambuzat (Ulan Bator), Our secret code è un bell'esempio di post rock ed elettronica.

Recensione in 10 parole: mantra (perché i pezzi presentano un tema musicale ricorrente), novanta (perché in brani come Now it fades now it’s gone troviamo le sonorità di quegli anni, tipo Mogway e June77), armonico dissonante (si alternano passaggi molto easy-listening per poi tornare ad atmosfere più cupe), elettronico (perché l’elettronica è naturalmente presente senza però essere troppa invasiva), pop (alcuni brani, come Sun Jar e Oh Lord! la composizione si fa popolare), originale (perché pur ricordando band come Sigur Ros, Radiohead e i già citati Mogwai, mantiene una sua struttura di lavoro originale ben prodotto ed arrangiato), strumentale (nei pezzi Ghost e I’m not sleeping la parte musicale è quella che prevale nettamente), convivenza (sì perché come in Kill The skyscraper e Led Lights la parte melodica e quella più prettamente elettronica riesco a convivere e a convincere), infine avanguardia (perché Our secret code è anche un bell'esempio di avant rock). Marco Colombo

Voto: ***

Tracklist:
1. Sun Jar
2. Ghost
3. Nimbus
4. Kill the Skyscraper
5. Inside Out
6. Now It Fades Now It’s Gone
7. I’m Not Sleeping
8. Led Lights
9. The Great Divide
10. Oh Lord!





Nessun commento:

Posta un commento