Che successo il concerto di Irene Grandi di sabato sera a Novara. Lo è stato perché Irene, con la sua musica, è riuscita a catturare l'immaginario collettivo, a piacere ai ragazzi e ai più agés, agli snob e ai pop. Piazza Martiri ha fatto registrare il tutto esaurito, oltre 5.000 le presenze stimate.
Dopo essere tornata sul palco di Sanremo ed aver pubblicato il settimo disco di inediti della sua carriera, Alle porte del sogno, da pochi giorni è partita la seconda parte tour estivo, con un live che abbina le canzoni più recenti ai successi di una carriera che dura ormai da 15 anni.
Il concerto è iniziato puntualissimo alle 21.30 proprio con la sanremese La cometa di Halley, brano dal ritmo martellante e dalla sapiente melodia: nella banalità di una storia consumata, l’aggressiva Irene (pantaloni di pelle, camicia nera a frange e tacco 12) mostra di preferire la fuga nello spazio ai metaforici rubinetti che perdono. Come darle torto.
La scaletta prosegue seguendo la title-track dell’ultimo disco, sul filone della ricerca del benessere interiore, con Tutti più felici e Alle porte del sogno.
Con il pubblico ormai “caldo” e plaudente arrivano le hit La tua ragazza sempre, Come tu mi vuoi e Un motivo maledetto: facile immaginare il tripudio che i fan hanno riservato all’artista toscana, che anche i più lontani dal palco sono riusciti ad ammirare grazie agli schermi posizionati come fondale scenico.
Dopo una altra hit, la ballad Lasciati andare, Irene esce di scena e rientra “volando” appesa ad una corda calata dall’altro sulle note di Prima di partire per un lungo viaggio, una parentesi di cui non si intuisce la necessità.
Nel frattempo si è anche cambiata, a favore di un look più sportivo con jeans, gilet e tacco moderato: è consapevole di essere una icona di stile per le fan, e tra il pubblico molte signore, nei loro commenti, la paragonano a una sorta di Patty Pravo degli Anni Novanta.
Dentro il suo sound, c'è un calderone: nell’ultimo disco ha collaborato con Gaetano Curreri, Francesco Bianconi e Alfredo Vetrini, che hanno dato una impronta aurorale forte. In particolare lo zampino di Bianconi dei Baustelle ritorna prepotente in Bruci la città che infiamma la piazza che continua ad ardere con l’ansimare erotico della brava Irene in Per fare l’amore, uno dei brani firmati Vasco Rossi, quando ancora aveva idee da regalare ad altri autori.
Il concerto si chiude con la hit più nota, In vacanza da una vita, firmata da Curreri degli Stadio. Poi una applauso lunghissimo e l’inchino di Irene e della band verso il pubblico con cui si è stretta in un abbraccio ideale. Roberto Conti
Irene come Patty!?
RispondiEliminaLe signore agès non capiscono niente di musica, ecco perchè erano lì.
Marco
Patty Pravo ? assolutamente no
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