19 luglio 2010

Alla festa di Artevox l'addio milanese di Moltheni. Gli Amor Fou duettano con Sara Marzo degli Scisma

Buon compleanno Artevox!
Quello che vi sto per raccontare è il live per la festa dei 5 anni di vita di questa agenzia. Una festa un po' triste perchè coincide anche con l'ultimo concerto di Moltheni a cui potrò assistere. Ce ne saranno ancora un paio ma sono tutti al sud. Quindi questo è proprio l'ultimo di una luunga serie incominciata ormai parecchi anni fa.
Ci sono tanti amici al Magnolia di Milano, la gente infatti in questi anni è più o meno sempre la stessa. E' anche a loro che va il mio grazie - oltre che ad Umberto naturalmente - per i bei momenti, i chilometri, le emozioni, le nottate trascorse a dormire in auto, il cibo insano, il freddo, il caldo, la noia, i rapporti sessuali non protetti, i pensieri infiniti...
E poco importa se questo cantautore atipico tra qualche mese tornerà con un nuovo progetto, il 15 luglio si è chiuso un ciclo. Almeno per me.
L'atmosfera è felice e rillassata: "Ci tengo che questa sera vi divertiate", dirà poi Umberto durante il concerto.
Prima di lui tocca agli altri pupilli Artevox scaldare il pubblico: prima gli ottimi Stead, poi gli Aria di neve, che nonostante il nome non raffrescano l'incandescente e pieno di zanzare idroscalo milanese. Una menzione per gli Amor Fou, al primo live che ascolto dall'uscita del nuovo disco I Moralisti. Premettendo -doverosamente- che l'audio del Magnolia ha la potenza di un peto silente, causa soliti vincoli milanesi sui volumi, il quartetto capitanato da Alessandro Raina è stato bravo, impeccabile nella tecnica e sufficientemente abile nel proporre canzoni difficili da digerire al primo ascolto.
Ospite graditissima, l'indimenticata voce degli Scisma, Sara Marzo, che ha duettato nel pezzo più suggestivo della loro performance, Cos'è la libertà, uno dei pochi ripescaggi da La stagione del cannibale.
L'ora si fa tarda ed ecco sul palco sale Moltheni con la sua band. Scaletta breve, scelta dei brani tra i più orecchiabili e "tirati". C'è anche qualcuno tra i miei preferiti, Vita rubina, L'amore acquatico, poi i "singoli" L'età migliore, Gli anni del malto... insomma una idea della musica ve l'ho data. C'è spazio anche per un brano inedito (che poi inedito non è più, visto che su You Tube c'è già) a cui decido arbitrariamente di assegnare il titolo di Verdi rimedi, una marcetta allegrotta che rievoca quegli anziani che ballano che campeggiavano sul manifesto del tour di qualche anno fa.
C'è spazio anche per l'amata Corallo, per Petalo e per la mesta Per carità si stato. Poi il nostro saluta il pubblico con una assai energica Eternamente nell'illusione di te...
La mia misconosciuta vicina di posto canta come una gallina strozzata. Emette anche i gemiti e i lamenti di fondo tipici dello stile di Umberto. Brava.
Moltheni saluta e se ne va. A gran voce il pubblico lo chiama e lui torna per un bis, poi va via di nuovo. I fan lo chiamano ancora, a lungo.
Lui esita, poi rientra, ma a quel punto il severo tecnico del Magnolia gli fa cenno che si è fatto tardi e non c'è tempo per un ultimo addio.
Forse ci avrebbe suonato In centro all'orgoglio che Niccolò, anima di Artevox, chiedeva da mesi... Pazienza.
Grazie della serata e del ricordo, lo porterò con me a lungo, come quando dieci anni fa, un pomeriggio stavo per andarmene da casa quando, per caso, Moltheni entrò dalla televisione.
Roberto Conti

3 commenti:

  1. L'inedito si chiama Ieri, ma la tua proposta di titolo mi piace molto di più

    RispondiElimina
  2. Sto cercando ancora il padre di mio figlio :)

    RispondiElimina
  3. Che ne sarà dal bambino!
    Nik

    RispondiElimina