9 gennaio 2017

La dolce fusione mediterranea dei Rebis nel nuovo album Qui

I Rebis avevano già stupito all'esordio, con l'ottimo Naufragati nel deserto, che avevamo recensito qui. Siamo contenti di sapere che il loro percorso è continuato ed è quindi con piacere che abbiamo ricevuto questo nuovo album, intitolato semplicemente Qui, uscito come il precedente per Primigenia / Gutenberg music / Elicona Sas. Per accostarci al duo genovese dobbiamo sapere che il termine "rebis" è una parola di derivazione latina ("res bina"), la cui radice è emblema dell’equilibrio e dell’unione degli opposti. Le canzoni dei Rebis sono infatti un fertile terreno d’incontro tra le diverse tradizioni musicali del Mare Nostrum. Le lingue s'intrecciano in un alternarsi d'italiano, arabo e francese, per una musica alla ricerca di possibili “ponti emotivi” tra i popoli del Mediterraneo.
E' impressionante la fluidità con la quale le lingue si intrecciano, ed in questa fusione è importante anche il supporto fornito da suoni ed atmosfere musicali particolarmente evocativi. In questo modo, le storie narrate diventano comprensibili anche a chi non conosce l'arabo. Non si tratta di una patchanka che prende spunto indistintamente da tutto, perché il duo ha uno stile molto ben riconoscibile e quindi anche i prestiti da territori molto diversi (il rapper e attivista nigeriano Natty Scotty in Ma maison) vengono comunque ricondotti al contesto musicale e narrativo dei Rebis.  Le canzoni del duo sono il risultato di un attento lavoro, di una grande ricerca non fine a se stessa, tanto che nel caso dei Rebis la musica ricercata non è sinonimo di musica difficile. Lo si capisce già dall'iniziale Vincimi con i tuoi occhi. Ma il discorso prosegue, e diventa passionale, verso la fine dell'album diventa una danza anche sensuale, come in Adrienne, che narra una storia di seduzione ed abbandono. Le influenze mediorientali, la poetica e la sensibilità di popoli lontani, sono forti più che mai anche in questo nuovo lavoro della band. Ad esempio nel brano Goodbye Amal, nel quale la violenza di chi combatte per Israele viene raccontata con una consapevolezza tutta femminile, prendendo spunto da un romanzo della palestinese Susan Abulhawa. Altro esempio è la bellissima Partoriscimi di nuovo, basata su un testo del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Quella dei Rebis è quasi una missione, uno stile di vita completo, del quale la musica è il mezzo espressivo principale, e nell'album trova posto quindi un brano come Da bambina, che parla in modo toccante, ma comunque delicato, dell'adesione ad un modello culturale, quello dell'antispecismo, del quale il duo si fa portavoce, ma in modo convincente e personale, e non nel modo urlato e impositivo che va ultimamente di moda sui social network. A testimonianza che si possono anche sposare cause difficili o scomode se si sa di cosa si sta parlando e lo si comunica nella maniera corretta. E c'è da dire che, quando si parla di scelte personali, è difficile esprimersi in musica senza annoiare l'ascoltatore. Diamo quindi adito ai Rebis di essere riusciti in un'impresa molto difficile, sempre sussurrando e mai urlando. Marco Maresca

Tracklist:
1. Vincimi con i tuoi occhi
2. Je reviendrai en automne
3. Qui
4. Ma maison
5. Goodbye Amal
6. Partoriscimi di nuovo
7. Wadi Nostalgie
8. Cercami nel mare
9. Da bambina
10. Adrienne
11. Pioggia fine

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