19 gennaio 2017

Crash Test, l'esordio tellurico dei Big Bang Muff

Fin dalle prime note di questo Crash Test si capisce che le tinte saranno cupe, e di fronte alla frase “non guardo le stelle/ guardo il buio che le separa” che Alfonso Roscigno (voce e chitara, nonché vero deus ex machina del progetto) esclama in E=mc2 (sono uno zozzone, non so come si mette il 2 in alto con la tastiera. Me culpa, mea culpa, ahimè), ripresa poi all’interno del disco, l’immaginario viene avvalorato. Quella che viene smentita è invece la prima impressione che ho avuto a livello sonoro, ovvero quella di trovarmi di fronte ad una band che riprende gli stilemi del post-grunge per veicolare l’ennesima carrellata di pezzi tristi ma senza mordente: pur con le imperfezioni di un esordio questo disco dei Big Bang Muff è infatti molto di più.

Voce, chitarra e batteria, non serve altro al duo per far partire scosse telluriche che ci mettono poco ad ingranare. Maschere, la seconda traccia, è infatti potente ed interessante, con una struttura che lascia molto spazio a dilatazioni quasi da post rock o, visti i suoni, post metal, e Madreperla ne segue un po’ gli stilemi con però meno mordente. Affascinanti anche i momenti in cui Alfonso e Francesco Di Blasio giocano con tempi lontani dal classico quattro quarti, come nella già citata E=mc2 e soprattutto in Baci vs morsi, dove si può captare senza voler bestemmiare qualche influenza dei Tool.
Il disco è coeso in quanto ad atmosfera ma non si nega variazioni sul tema abbastanza nette, come le brevi incursioni acustiche di Luci rosse e Stagioni (più convincente la seconda), e quando la luce si accende a sprazzi è un gran bel sentire: definire solare Non è cambiato niente sarebbe eccessivo, soprattutto di fronte al testo della canzone, eppure quel suo ritmo ossessivo ed il graduale cambio di tonalità riescono a renderlo un brano dove sorridere non è poi così sbagliato. Di tutt’altra pasta il finale, arioso ed infarcito di riverberi, con la title track che intrisa di malinconia accompagna placidamente l’ascoltatore alla conclusione di un disco breve ma intenso.

I Big Bang Muff riescono con alcuni tocchi di stile a dire qualcosa di personale all’interno di un genere “allargato” in cui troppo spesso essere cupi è la sola cosa importante: sia la voce di Alfonso, più vicina a tonalità verdeniane che ai toni bassi ed impostati di altre band, che la fantasia negli arrangiamenti rendono giustizia ad un duo che riesce ad ottenere tanto con poco. Per quanto sia legittima la scelta un’atmosfera generale un po’ più varia sarebbe un valore aggiunto, così come la presenza di un basso, in parte mitigata, darebbe comunque potenza maggiore al suono. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. Vivo nell'ombra
2. Maschere
3. Madreperla
4. Luci rosse
5. E=mc2
6. Non è cambiato niente
7. Baci vs morsi
8. Stagioni
9. Crash test

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