4 gennaio 2017

Atmosfere raffinate per l'Ottobre 66 cantato da Mara

Dona una sensazione di eleganza questo album di Mara, il secondo dopo l’esordio con Dots, e sebbene questa prima impressione mi si associa mentalmente spesso alla freddezza sono felice di notare che, in questo caso, le due cose non vanno di pari passo. Ottobre 66, diciamolo subito, è un disco piacevole, che pesca a piene mani da atmosfere retrò e le veicola verso il pop, non lasciando niente al caso.

Considero Red leaf la miglior copertina possibile per l’album: voce melliflua e sofferta, sezione ritmica che accompagna efficacemente le strofe (plauso generale soprattutto per il basso rotondo di Diego Pasini), ritornelli in cui piano e chitarra arrivano ad enfatizzare l’atmosfera malinconica che perdura fin dalle prime note. E’ nei momenti più riflessivi che Mara e la band al suo seguito danno il meglio di sé, e non bastasse la canzone appena citata anche la title track iniziale (con un clarinetto azzeccatissimo a dare punte di colore qua e là) e la notturna Gone avvalorano la prima impressione, con quest’ultima che, fra sax e contrabbasso, porta diretti con la mente a fumosi locali jazz.
Ci sono lati anche più prettamente pop e solari nell’album, ma qualche scricchiolio in questi casi si sente. Pur rimanendo curatissimi gli arrangiamenti infatti resta l’impressione che la voce sofisticata di Mara sia meno a proprio agio con queste atmosfere, e così di Show me si finisce più per apprezzare la lieve psichedelia che emerge soprattutto nell’improvviso cambio centrale, anche se va meglio con San Francisco al netto di influenze che, sarà anche per il titolo in comune, mi fanno ritornare alla mente il revival anni 60 dei Foxygen. Piacevole, sempre rimanendo sulla lisergia, anche la breve escursione strumentale di Wait a minute che, a differenza del semplice scherzo Wait a second, dura quanto promette ma lasciando comunque sensazioni che rimangono.

Forse poco coeso ma sicuramente efficace questo secondo disco di Mara, a cui toglie più che aggiungere la presenza della Modugnana Notte di luna calante, in cui oltre ad un excursus estemporaneo nell’italico idioma la voce si perde in un profluvio di vocalizzi che la rendono meno efficace. Strano a dirsi in un disco che mantiene titolo e nome dell’autrice ancorati alla nostra penisola, ma è quel piccolo neo che toglie un alone fino a quel momento ineccepibile d’internazionalità: non che si voglia dire che solo ciò che viene dall’estero vale qualcosa, tutt’altro, ma è anche in queste piccole sfumature che si vede che Ottobre 66 è frutto di un percorso artistico arrivato a buoni livelli ma ancora rivedibile. Ho in testa da anni una frase, senza ricordare da dove l’ho presa, che dice più o meno che non bisogna essere in grado di cavarsela in ogni situazione ma di poter tirare fuori tutto quello che hai quando ce n’è bisogno: quando Mara lo farà in un disco spero proprio che arrivi alle orecchie di qualcuno ben più qualificato del sottoscritto, per ottenere l’attenzione che merita. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. Ottobre '66
2. Red leaf
3. San Francisco
4. I saw a man
5. Gone
6. Notte di luna calante
7. Wait a minute
8. Show me
9. Run over
10. Wait a second
11. Fire

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