Nonostante Over the nation
rappresenti un disco d’esordio c’è da sottolineare che Iacopo Fedi, qui alla
guida di un’illusiora band in realtà da lui solo formata (ha suonato tutti gli
strumenti, esclusa la batteria in This
hard war), ha già una carriera di autore e chitarrista piuttosto
articolata: non stupisce quindi la maturità, sia vocale che di arrangiamenti,
che si percepisce in ogni momento di questo disco, uscito ormai da qualche mese
ma solo da poco passato in heavy rotation nelle mie orecchie.
Tom Waits, Springsteen, Pearl
Jam, questi alcuni nomi che hanno ispirato l’artista marchigiano nel corso
della sua carriera, e le diverse influenze lo hano portato a creare nove brani
in cui si spazia brillantemente fra i generi. Alla leggerezza ariosa della
traccia d’apertura My religious war
si associa così l’andamento ondeggiante fra distorsioni decise e momenti più
rilassati di This hard war, passando attraverso
il folk rock dell’intensa Beg your pardon
o le atmosfere lisergiche della brevissima Electro
domino. In tutti i brani la cosa che più si fa notare è la voce di Iacopo,
profonda e malleabile, tanto da permettersi piacevoli falsetti in quella Hold on che rappresenta probabilmente l’episodio
migliore del disco e, contemporaneamente, quello dotato di maggior grinta ed
originalità.
Il disco, pur non lesinando
distorsioni, si adagia su ritmi perlopiù blandi senza per questo perdere d’intensità.
True Confession è un buon esempio,
trascinata da un riff che non cambia ma, coadiuvato dall’ingresso ben
congeniato degli altri strumenti, si mantiene efficace fino alla fine, mentre
convince meno la title track nel suo incidere da ballad forse troppo classica,
chitarra acustica a dettare il ritmo ed elettrica a dipingere fraseggi dal
sapore seventies: meglio a tal proposito The
tent of meeting, con un tocco lisergico che la rende più appagante per l’orecchio
e graziata da una prova vocale più efficace. Resta spazio ancora per i suoni
grezzi e maggiormente cupi della conclusiva Sr
Napoleon, in cui la tastiera si prende meritato spazio e crea melodie
affascinanti: mi tornano in mente particolarmente qui i milanesi (anche se
composti da elementi sparsi per tutto il globo) Kafka On The Shore, da cui
Iacopo eredita involontariamente la propensione a spaziare fra i generi e con
cui condivide una vocalità importante.
Un bel disco d’esordio questo
Over the nation, in grado di amalgamare diverse influenze fino a ricavarne
qualcosa di personale ed accattivante. Iacopo dimostra di essere un buon
arrangiatore oltre che un ottimo chitarrista, ed è in possesso di una voce che
non passa inosservata e che potrebbe essere il miglior biglietto da visita per
il futuro. Sono molto curioso di vedere quali orizzonti sonori toccherà con l’avanzare
della carriera, per ora non si può che applaudire. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. My religious war
2. Over the nation
3. Beg your pardon
4. Hold on
5. Electro domino
6. True confession
7. This hard war
8. The tent of meeting
9. Sr Napoleon
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