16 luglio 2012

Scommesse: Daniele Celona (Fiori e demoni) e Tindara (Quando parlo urlo)


Daniele Celona - Fiori e demoni ****
Daniele Celona è un cantautore torinese davvero emozionale, del quale abbiamo ascoltato il suo ultimo lavoro, da lui stesso prodotto, dal titolo Fiori e demoni. Questo disco mi è piaciuto moltissimo e mi ha colpito fin da subito la capacità di Celona di passare da un rock molto forte a struggenti ballate pop, tenendo l’emozione sempre alta, canzone dopo canzone, dall’inizio alla fine. La ricetta propone testi impegnati che parlano di tante vicende della vita quotidiana. A impreziosire il tutto la splendida voce di Daniele che riesce a toccare le corde dell’anima quando canta urlando le sue storie. Inutile fare paragoni con altri artisti della scena cantautorale italiana poiché Daniele Celona si distingue piuttosto agevolmente per originalità e timbro. Tra i pezzi che mi sono piaciuti di più sicuramente Ninna nanna, dove Celona urla la sua rabbia del rapporto padre e figlio e Cremisi che fa riferimento a tutte le “marchette” del nostro tempo, includendo anche l’amore e cantando che “il paese se ne fotte”. In Luna, canzone che propone la storia di un amore concluso (l’unico pianeta che non avevo contro, il piccolo mondo eri tu per me), Daniele sfoggia un falsetto davvero emozionante, voce in primo piano anche in Starlette. Il titolo Fiori e demoni appare davvero azzeccato perché racconta i "demoni" della vita ma sa cogliere anche gli inebrianti di profumi di quei fiori che in fondo non hanno altro scopo ce rendere la vita più bella (o comunque un po' meno amara). Marco Colombo



Tindara - Quando parlo urlo *** 
I Tindara sembrano essere il naturale proseguo di quello che sono stato l’alternative italiano dagli anni novanta ad oggi. In fondo è semplicemente un album rock, ma ben congeniato che bilancia sapientemente momenti ruvidi e noise ad attimi più acustici e intimi regalando alcuni momenti di grande spessore.
Una band che sfoga tutta la propria rabbia e lo fa per tutta la durata del disco.
Ho scelto il nero è un brano in bilico tra i Marlene Kuntz e lo stoner mentre Sopra la delusione è probabilmente la migliore dell’album insieme alla ballata acustica e title-track Quando parlo urlo.
Esistono e ben convivono col resto anche attimi più pop (Sogna che ti passa).
Un disco talmente fuori moda che definirei sorprendente! Non è certo nulla di nuovo o di mai sentito (cosa lo è oggi?), però vanta una grande personalità e non suona mai vecchio o sorpassato. Infatti non si eccede mai nel ricalcare le orme dei propri eroi e c’è la sorpresa di ascoltare una band che propone un genere nel quale è più facile essere accusati di plagio che applauditi. Daniele Bertozzi

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