22 febbraio 2010

Fenomeno Hole: la reunion passa anche da Milano

Mai avrei creduto di assistere ad un concerto degli Hole, band grunge che ha trainato il movimento Riot Grrls durante gli anni '90 pur senza farne parte, scioltasi ufficialmente nel 2002: e come me molte altre persone che, incredule, hanno riempito i Magazzini Generali lo scorso 19 febbraio. Il reunion tour tocca infatti oltre che Londra e Amsterdam anche Milano, dove registra il tutto esaurito. L'eccitazione dei presenti è palpabile mentre Courtney si fa attendere con musica classica in sottofondo, e quando entra è un trionfo: lunghi e bellissimi capelli ossigenati, impeccabile look alla Stevie Nicks con tanto di abito nero e lustrini. La band rispolvera sia pezzi estratti dal capolavoro grunge del 1994 Live through this come Violet, Doll Parts e Miss World; sia Malibu, Reasons to be beautiful, Northern Star e Celebity skin estratti dall'album omonimo. Non mancano alcuni assaggi del nuovo cd Nobody's Daughter, in uscita a fine aprile come la fortissima traccia intitolata Samantha. Alcuni problemi tecnici e soprattutto un pubblico un pò freddino (sarà che in Italia non tutti capiscono l'inglese, sarà che molti erano lì più per il personaggio che per la musica...), Courtney fatica a coinvolgere l'audience nonostante lei sia in ottima forma e distribuisca plettri come fossero petali. A dispetto di ciò che i suoi detrattori hanno sempre sostenuto e sperato, la Love dimostra di avere un grande carisma e talento compositivo, gridando come solo lei sa fare ed emozionando con la propria voce durante i pezzi più lenti. Le cover di Gold Dust Woman dei Fleetwood Mac (già incisa nel 1996 dalle Hole) e soprattutto quella di Suffer Little Children degli Smiths (che purtroppo in pochi riconoscono...) sono molto azzeccate e ben eseguite. Uniche pecche sono forse la brevità del concerto e l'assenza di altri membri della vecchia formazione come Erlandson o Auf der Maur. Soltanto ora, dopo aver visto questa carismatica rocker esibirsi a pochi metri da me, capisco davvero quanti pregiudizi spesso dettati dal sessismo abbia dovuto subire ingiustamente da parte di chi non le ha mai perdonato di essere la vedova di Cobain. Courtney Love, che piaccia o no ha talento da vendere, e come lei stessa canta: "it's better to rise, than fade away".


Recensione e foto di Diana Debord





2 commenti:

  1. complimenti per la recensione!
    ero lì anche io e ho apprezzato molto il concerto =)

    RispondiElimina
  2. complimenti per la recensione.
    fedrik star

    RispondiElimina