Tra i dischi passati inosservati nell’ultima parte del 2009, c’è senz’altro l’ottimo esordio da solista per Kyp Malone, voce e chitarra dei Tv On The Radio, una delle band d’oltreoceano più interessanti degli ultimi anni. Senza tralasciare il marchio di fabbrica del gruppo d’origine, Malone in questo disco cede alla propria vena artistica realizzando un album tutto da solo, compreso il disegno in copertina.
I tratti più simili alle esperienze precedenti sono riconoscibili. L’uso elegante di cori soul con la maggioranza di voci femminili, alcuni rimandi al rock più allucinato e acido in perfetto stile anni ’70, brani dalla vena melodica particolarmente naive ne sono la dimostrazione lampante e piacevole allo stesso tempo.
Le undici tracce che compongono questo arazzo musicale si mostrano come trame di canzoni a volte sospese su melodie sghembe, delicate e fragili come l’onirica Smiling Black Face o Driftwood Heart, altre volte con strutture solide e definite, dai ritmi decisi e trascinanti come il primo singolo Give Blood o Hold You Holy, un mix di dance e psichedelia.
Chiude l’allucinata e interminabile Winter Song, in cui Malone esibisce spudoratamente la sua splendida gamma vocale, arrampicandosi per dieci minuti su un pentagramma decisamente esteso.
Ci vuole pazienza e una predisposizione particolare per apprezzare totalmente Rain Machine. Al primo ascolto si è colti da un inevitabile senso di spiazzamento, ai successivi prevale lo stupore e la fascinazione che si prova durante un viaggio esotico e fuori dagli schemi. Mauro Carosio
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