27 gennaio 2010
Gang - Dalla polvere al cielo
Sono ormai passati 26 anni dall’esordio discografico dei Gang con Tribes’ Union e ne sono passati anche di più da quando il parroco del paese fece da garante ai fratelli Severini per comprarsi le chitarre; Marino e Sandro sono cresciuti, le chitarre sono cambiate, la musica si è evoluta, ma il cuore è rimasto lo stesso. La pubblicazione del bootleg Dalla polvere al cielo è la dichiarazione d’amore dei Gang alla musica libera e il riassunto di questi anni trascorsi a “schitarrare” su e giù per l’Italia. Il primo cd del doppio live si apre, come tutti i concerti dei Gang, con la grintosa Socialdemocrazia canzone del 1991 che ci ricorda che in fondo il nostro paese non è poi cambiato tanto in “soli” 19 anni. Si passa al 1997 con Fino alla fine per rituffarsi immediatamente nella realtà italiana ne La corte dei miracoli per passare al tema della resistenza in Dante Di Nanni brano degli Stormy six. Il live prosegue in un’alternanza di canzoni più o meno recenti ma comunque attuali: Non è di maggio, Johnny lo zingaro, Se mi guardi vedi, La pianura dei sette fratelli, Le radici e le ali, Oltre e l’immancabile Il bandito Trovarelli.Il secondo cd del live si apre con un manifesto contro la guerra Fermiamoli per proseguire con: Giorni, Prima della guerra, Comandante (dedicata al comandante Marcos) e Kowalsky. In Sesto San Giovanni si omaggiano la forza, il coraggio e la dignità della classe operaia negli anni 70 e 80 e si prosegue con un emozionante ricordo di Andrea Pazienza in Paz definito più volte dai Gang come un grande bandito senza tempo. Ma i Gang non sarebbero mai diventati quello che sono senza la passione per i Clash e quindi si suona “I fought the law” per concludere con la quasi naturale Buonanotte ai viaggiatori. L’ascolto di questo lavoro ci riporta alla dimensione dove i Gang riescono maggiormente ad esprimersi ed esaltarsi: il live, quindi appuntamento per tutti al prossimo concerto anche se Marino e Sandro si sono sbagliati perché questa volta, purtroppo, “ti sei perso i Gang, Paz”. Pierpaolo Gatti
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