12 gennaio 2010

Intervista: 99 Posse on stage 8 anni dopo per tornare a parlare

In occasione del concerto dell'8 gennaio a Bellinzago abbiamo intervistato Luca Zulù Persico e Marco Messina dei 99 Posse. La band, recentemente riunita, sta affrontando un tour e preparando il nuovo disco che uscirà entro l'anno.

Come è stato tornare a suonare dopo una pausa di 8 anni. Cosa è successo e cosa è cambiato in questo lasso di tempo?
Negli ultimi 8 anni sono successe un sacco di cose e ognuno di noi è cresciuto con esperienze personali e progetti solisti. 18 anni fa i 99 Posse si formarono a causa di un grande fermento politico nell’area extraparlamentare: oggi c’è un grosso malcontento e una precarizzazione sempre più veloce e sempre più tremenda della vita delle persone. Sempre più gente chiede di essere rappresentata e di trovare espressione, anche attraverso la musica. Noi siamo sempre rimasti a contatto con la nostra realtà di provenienza, forse è per questo che i nostri testi oggi più che mai rivivono una attualità nuova.

Al Mei di Faenza un vostro brano Curre curre guagliò è stato premiato come migliore canzone in dialetto degli ultimi 20 anni, cosa pensate del regolamento sul dialetto introdotto quest’anno al Festival di Sanremo?
Ricevere questo riconoscimento al Mei ci ha fatto molto piacere, anche se, credo, che il risultato derivi dall’emotività legata all’annuncio della nostra reunion. Per quanto concerne il dialetto a Sanremo, noi siamo favorevoli, il dialetto è una lingua viva, che merita di essere conosciuta. Tuttavia il can can che si è fatto a proposito del regolamento del Festival è stato di fatto una strumentazione politica leghista, la musica dialettale è sempre stata presente, in molteplici varianti regionali, di un regolamento ad hoc non se ne sentiva il bisogno.

Questo tour che state portando avanti in questi mesi è il preludio all’uscita di un nuovo disco? Ce ne potete parlare?
Il disco che è ancora senza titolo uscirà o appena prima o dopo l’estate. E’ tutto ancora molto in divenire. Abbiamo solo un nuovo pezzo completamente definito, si chiama Italia a mano armata e affronta il tema delle ronde. Lo proponiamo già dal vivo, insieme ai pezzi della nostra discografia del passato. Vederemo quali tematiche e quali sonorità emergeranno a conclusione del tour.

Qualche tempo fa un vostro collega musicista ha dichiarato che “La scena musicale indipendente non è migliore della sinistra italiana. Divisa e litigiosa”, come commentate questa affermazione, voi che tramite la musica portate avanti appunto un messaggio politico?
La scena musicale indipendente non è detto che debba avere un intento comune come dovrebbe avvenire invece per partiti politici affini. La musica indipendente non ha alcun dovere di essere unita, e probabilmente non lo è. Le differenze ad esempio tra underground e overground ci sono sempre state, così come diverse "correnti" anche nella musica indipendente. E' un paragone quello con la politica che non comprendo.

Meg, che anni fa faceva parte della vostra formazione, ora corre da sola. Potrebbe accadere di rivedervi sul palco insieme?
Ognuno di noi in questo periodo ha affrontato esperienze soliste che ci hanno fatto crescere moltissimo. Meg ha intrapreso una strada differente dalla nostra (anche in occasione dei un concerto a Napoli la scora estate, dove ci siamo ritrovat, lei non c'era), dubito che ci saranno occasioni di calcare lo stesso palco.

Potete darmi un buon motivo per cui chi non vi conosce dovrebbe ascoltare la musica dei 99 Posse?
Bisogna sempre ascoltare qualcosa che non si conosce per poter esprimere una valutazione. I concerti dovrebbero essere considerati come stimolo culturale. Poi la volta successiva potete tornare a lanciarci i pomodori, ma prima di giudicare è importante ascoltare e oggi in pochi lo fanno.
intervista di Roberto Conti

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