Quando nasce il progetto Artemista, come si è sviluppato in questi anni?
Marco: Il progetto nasce nel 2002, l’esigenza iniziale era quella di costituire un gruppo, di esprimere le nostre emozioni e senzazioni con la musica. Abbiamo fin dall’inizio scritto pezzi nostri poichè era quello che volevamo per poterci esprimere al meglio, poi c'è stata un'evoluzione molto naturale, anche con alcuni cambi di formazione, sino ad arrivare alla 'forma' attuale (che comprende quattro elementi: Fabio alla voce, Marco al basso, Umberto alle chitarre e Matteo alla batteria), stabile da un anno e mezzo. Questa è la nostra storia molto in breve.
Domanda per chi non vi conosce. Quali sono le vostre influenze musicali ed il vostro background?
Marco: Per quanto mi riguarda ascolto un po’ di tutto ma ultimamente mi piacciono molto sonorità che non rientrano in quello che facciamo, tipo Sigur Ros e Portishead, la scena un po’ trip pop. Poi sono comunque un grande fan dei Beatles ..”
Matteo: Io, probabilmente, sono quello musicalmente il più “cattivello”: sono l’ultimo arrivato e nonostante alcuni dei nostri nuovi pezzi abbiano una connotazione anche dance, io li suono nella mia maniera, con un’attitudine da rocker pesante, perchè io arrivo dal mondo dell’heavy metal. Mi sono dedicato al progetto Artemista senza pensare neanche io, all’inizio, di poterci riuscire così bene.
Fabio: Anche io ascolto un po’ di tutto perchè se la musica è bella non ci sono problemi a sentire qualunque cosa. Le mie preferenza vanno comunque al rock e al crossover, ed ultimamente mi sto approciando molto alla musica elettronica tipo Massive Attack.
Umberto: Anche io scolto un po’ di tutto e premetto appunto che il nome Artemista deriva appunto dal nostro tentativo di mischiare generi diversi. Come chitarristi mi piacciono personaggi un po' sperimentali, come The Edge, Matthew Bellamy, piuttosto che musicisti più tecnici come Steve Vai.
Rispetto ai primi pezzi che avevo ascoltato degli Artemista, ho notato una sorta di svolta diciamo elettronica. Mi sbaglio?
Fabio: Sicuramente c'è stata una maturazione che ognuno di noi musicalmente ha avuto, e anche i molti live suonati insieme hanno contribuito a far crescere la band.
Fabio: Sicuramente c'è stata una maturazione che ognuno di noi musicalmente ha avuto, e anche i molti live suonati insieme hanno contribuito a far crescere la band.
Per il discorso dell’uso dell’ elettronica volevo sottolineare che noi diamo sempre la priorità al suonato, l’eletttronica è quella ciliegina sulla torta che va ad arricchire il risultato finale, ampliando.
Umberto: Si tratta anche di una scelta legata alla nostra volgia di sperimentare. Noi cerchiamo dare appunto quel tocco di modernità dato dall'elettronica, anche per proporre qualcosa di diverso rispetto alle band che propongono un rock suonato con una formazione base per così dire tradizionale.
Umberto: Si tratta anche di una scelta legata alla nostra volgia di sperimentare. Noi cerchiamo dare appunto quel tocco di modernità dato dall'elettronica, anche per proporre qualcosa di diverso rispetto alle band che propongono un rock suonato con una formazione base per così dire tradizionale.
Per la creazione della musica e dei testi, che tipo di lavoro fate?
Marco: Quasi sempre arriva prima la musica e poi il testo. La musica può nascere dallo spunto di ognuno di noi in saletta, o a casa. Spesso i testi li scrive Fabio e ultimamente mi sto cimentando anche io con la scrittura. infine la parte elettronica è l’ultima fase, il completamento della canzone, insomma.
Come è nata e come si è svolta la registrazione dei nuovi pezzi?
Marco: Abbiamo lavorato con Gionata Bettini dei Deasonika perchè abbiamo aperto proprio un loro concerto in questo locale, quando si chiamava ancora Le piccole iene. Lo abbiamo conosciuto: a lui piaceva come suonavamo e a noi piaceva come lavorava lui... Da lì è nato il tutto...
E quindi la registrazione come è andata?
Marco: In realtà noi con lui abbiamo lavorato da un arrangiamento della parte elettronica, perchè la registrazione vera e propria l’abbiamo realizzata presso lo studio di Diego Cattaneo, con cui collaboriamo da anni trovandoci in grande sintonia.
Marco: Quasi sempre arriva prima la musica e poi il testo. La musica può nascere dallo spunto di ognuno di noi in saletta, o a casa. Spesso i testi li scrive Fabio e ultimamente mi sto cimentando anche io con la scrittura. infine la parte elettronica è l’ultima fase, il completamento della canzone, insomma.
Come è nata e come si è svolta la registrazione dei nuovi pezzi?
Marco: Abbiamo lavorato con Gionata Bettini dei Deasonika perchè abbiamo aperto proprio un loro concerto in questo locale, quando si chiamava ancora Le piccole iene. Lo abbiamo conosciuto: a lui piaceva come suonavamo e a noi piaceva come lavorava lui... Da lì è nato il tutto...
E quindi la registrazione come è andata?
Marco: In realtà noi con lui abbiamo lavorato da un arrangiamento della parte elettronica, perchè la registrazione vera e propria l’abbiamo realizzata presso lo studio di Diego Cattaneo, con cui collaboriamo da anni trovandoci in grande sintonia.
E’ prevista l’uscita anche di un album nuovo?
Fabio: Al momento abbiamo prodotto un EP, poichè fare un album ha costi non indifferenti e l’idea è quella di sondare per capire se questi quattro pezzi che al momento ci rappresentano di più possono incontrare anche il gusto di qualche produttore che ci dia una mano concreta nella realizzazione di un nuovo lavoro discografico.
Cosa pensate della scena musicale novarese?
Marco: La scena Novarese sta producendo un sacco di gruppi interessanti.
Matteo: La scena è viva... ci sono delle valide realtà
Umberto: E' viva, ma per il seguito che ha lascia un poco a desiderare...
Fabio: Il problema è che a Novara non ci sono assolutamente spazi per suonare!
Matteo: Bisognerebbe anche allargare il discorso alla scena musicale italiana poichè ci sono oramai poche possibilità per tutti, a causa della crisi. Non lavorano i grandi artisti, figurati noi della scena indie.
Date a chi legge questa intervista una buona motivazione per ascoltare la musica degli Artemista?
Matteo: Non lo dico solo perchè ci suono, ma è musica sincera, dietro a cui c'è un grande lavoro.
Umberto: Perchè è musica che viene dal cuore... A noi piace un sacco suonare e credo si percepisca, ascoltandoci, il nostro desiderio di arrivare da qualche parte. E poi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto dell’umiltà la nostra forza e abbiamo anche la piccola presunzione di dire che forse la nostra musica potrebbe essere qualcosa di nuovo nel panorama italiano.
Ascoltandovi e cercando di trovare qualche paragone con altri gruppi "nostrani", mi sono venute (non maledicetemi) in mente band tipo i Finley. Forse vi accomuna la freschezza giovanile e il bell'aspetto? Visto che ascoltandovi dal vivo mi accorgo che la musica è molto diversa.
(risata generale)... in coro: Sì, non guasta la bella presenza....
Matteo: Penso di parlare anche a nome di tutto il gruppo nel dire che siamo contenti che non hai trovato facilmente un gruppo a cui paragonarci... Questo ci fa enormemente piacere.
Prossimi live?
Fabio: Il 13 dicembre saremo a Torino al Fabrik per il concorso "Emergenze", poi ci fermeremo un attimo poichè abbiamo in programma di registrare un videoclip, ma non possiamo dire niente poichè è ancora tutto da organizzare... Mentre per l’album è ancora troppo presto per fare programmi. Molto è legato al fatto di trovare qualcuno che ci possa dare una mano a produrlo, anche se sarebbe già pronto. Abbiamo molto materiale.
Intervista di Marco Colombo
Fabio: Al momento abbiamo prodotto un EP, poichè fare un album ha costi non indifferenti e l’idea è quella di sondare per capire se questi quattro pezzi che al momento ci rappresentano di più possono incontrare anche il gusto di qualche produttore che ci dia una mano concreta nella realizzazione di un nuovo lavoro discografico.
Cosa pensate della scena musicale novarese?
Marco: La scena Novarese sta producendo un sacco di gruppi interessanti.
Matteo: La scena è viva... ci sono delle valide realtà
Umberto: E' viva, ma per il seguito che ha lascia un poco a desiderare...
Fabio: Il problema è che a Novara non ci sono assolutamente spazi per suonare!
Matteo: Bisognerebbe anche allargare il discorso alla scena musicale italiana poichè ci sono oramai poche possibilità per tutti, a causa della crisi. Non lavorano i grandi artisti, figurati noi della scena indie.
Date a chi legge questa intervista una buona motivazione per ascoltare la musica degli Artemista?
Matteo: Non lo dico solo perchè ci suono, ma è musica sincera, dietro a cui c'è un grande lavoro.
Umberto: Perchè è musica che viene dal cuore... A noi piace un sacco suonare e credo si percepisca, ascoltandoci, il nostro desiderio di arrivare da qualche parte. E poi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto dell’umiltà la nostra forza e abbiamo anche la piccola presunzione di dire che forse la nostra musica potrebbe essere qualcosa di nuovo nel panorama italiano.
Ascoltandovi e cercando di trovare qualche paragone con altri gruppi "nostrani", mi sono venute (non maledicetemi) in mente band tipo i Finley. Forse vi accomuna la freschezza giovanile e il bell'aspetto? Visto che ascoltandovi dal vivo mi accorgo che la musica è molto diversa.
(risata generale)... in coro: Sì, non guasta la bella presenza....
Matteo: Penso di parlare anche a nome di tutto il gruppo nel dire che siamo contenti che non hai trovato facilmente un gruppo a cui paragonarci... Questo ci fa enormemente piacere.
Prossimi live?
Fabio: Il 13 dicembre saremo a Torino al Fabrik per il concorso "Emergenze", poi ci fermeremo un attimo poichè abbiamo in programma di registrare un videoclip, ma non possiamo dire niente poichè è ancora tutto da organizzare... Mentre per l’album è ancora troppo presto per fare programmi. Molto è legato al fatto di trovare qualcuno che ci possa dare una mano a produrlo, anche se sarebbe già pronto. Abbiamo molto materiale.
Intervista di Marco Colombo
Come avete potuto dare uno spazio agli Artemista, ipotizzavo foste un sito che trattava musica di qualità
RispondiEliminaGentile commentatore anonimo, premetto che solitamente questo sito non dà spazio alle band del territorio proprio per non alimentare invidie e polemiche che fanno parte dell'humus dell'arido contesto locale.
RispondiEliminaAd ogni modo, abbiamo scelto un'intervista piuttosto che una recensione proprio per non essere di parte e per dare modo alla band di raccontarsi, evitando un giudizio critico. Quindi, per quanto ci riguarda, possiamo accettare un commento anche negativo sulle domande dell'intervista o sulla sua forma, ma non certo sulla scelta di dare uno spazio agli Artemista che in quel periodo per loro di buona visibilità stavano avendo un crescente risconto di pubblico.
Io Intervistatore della serata non posso che concordare con Conti
RispondiEliminaMarco Colombo
Cito dall'intervista la parte che riguarda la scena musicale novarese
RispondiElimina"La scena Novarese sta producendo un sacco di gruppi interessanti", quali sarebbero?
Per me c'è solo merda. Tutti copiano quà e là e nessuno ha nulla da dire, men che meno gli artemista.
*m*
Mettiti il cuore in pace caro *m*, questa intervista non la legge mai quasi nessuno (lo vedo dalle statistiche del sito).
RispondiEliminaE' vecchia di un anno e se proprio non ti piace, non leggerla! E fatti una ragione del fatto che sia stato dedicato uno spazio ai tuoi "cari" Artemista. Passo e chiudo. Noi non commenteremo più...