Contravveleno è un concept album, ispirato ai racconti che il partigiano romagnolo Nullo Mazzesi ha trasmesso a Michele Camorani, che di Havah è fondatore e motore pulsante. Sulla tabella di marcia si tratta del terzo full length per il gruppo, che continua la propria vivace e fortunatissima esperienza con l'etichetta bolognese Maple death, dopo aver pubblicato lo split con His electro blue voice. Stiamo parlando di un capolavoro, sia per contenuti musicali che per intensità intellettuale. New wave, post punk, math-rock sono schiavizzazioni nominali, apposizioni alle quali non voglio dar risalto in questa recensione.
Contravveleno suona e penetra nel cervello come una faticosa giornata di indecisione al mare, velata dalle nuvole, dove si scoppia dal caldo se si rimane un po' troppo al sole ma si inizia a starnutire se ci si trova improvvisamente all'ombra, trapassati dalla brezza. È un disco che conta dodici tracce, registrato e plasmato nel corso di due anni, durante i quali gli Havah hanno continuato a suonare senza tregue in giro per l'Italia. L'accettazione è il brano col quale viene deciso di presentare l'album: è una canzone che trasmette una strana sensazione di solitudine ed enoclofobia al tempo stesso, ma entrambi gli stati d'animo non vengono vissuti dall'ascoltatore secondo un'accezione negativa. L'ascolto passa, sull'ondeggiare delle linee di basso e la cavernicolarità di una voce molto più stridula ed affettata rispetto, per esempio, all'aridità invadente trasmessa da Camorani in "Durante un assedio". Sanno che ci siamo è la canzone per chi torna a casa dopo aver viaggiato (non importa quanto a lungo) e come prima cosa si siede sulla sedia in cucina, al suo posto quando si cena, mentre la successiva Strade più buie è una canzone vizza, con un incipit che ricalca molto le tonalità e le imprese dei primi lavori del gruppo. L'esistenza di esseri complementari al nostro mondo, alla nostra quotidianità ed al concepimento stesso di "Contravveleno" è rimarcata da Il loro errore. Questi "altri", quasi spettralmente, esistono, e ci condizionano il ritornare, il nutrirci, il respirare e l'amare. Ogni volta limita l'orizzonte conoscitivo dell'ascoltatore in una spirale di violenti scontri, non stimola all'azione, piuttosto esorta ad arrendersi all'evidenza. Contravveleno è un falansterio di sofferenza e preoccupazione che non lascia scampo: bisogna prendere una posizione, sia essa poetica o politica. Il tempo dell'attesa è scaduto da un pezzo e lo sprone dilania le costole. Basta con i patetismi e la desolazione, la nostra storia ci ha sempre aiutati a ragionare nella maniera corretta. "Abbiamo paura di perdere, facciamo la guerra." Andrea Vecchio
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