Non avevo notizie dei Marydolls
da quasi dieci anni, quando mi capitò di recensire il loro primo disco
Liquirizia brain. Da allora la band ha buttato fuori un altro disco, La calma,
ed oggi mi capita fra le mani questo Tutto bene. Sarò sincero, dell’esordio non
ricordo nulla e non sono andato a riascoltarlo, seppure un motivo ci deve
essere se l’ho piazzato nella colonna porta cd invece di disperderlo in cantina,
assieme a tanti altri dischi ascoltati solo per ‘dovere di cronaca’: dopotutto
quello che interessa è come sono i Marydolls ora, non tanto come si sono
evoluti nel tempo.
E come sono ora? Spaziano fra i
generi, contaminandosi di pop quando serve ma mantenendo un approccio
principalmente rock che, pur risentendo di ciò che va per la maggiore (non è
che sia un esperto sui Ministri, ma basta ascoltare qualche canzone di Dragogna
e soci per pescare similitudini generali), dimostra in più punti una buona
personalità. Efficace in quest’ottica l’utilizzo di tastiere e synth, che
rendono le strofe di Dimmi la verità
più leggere e sbarazzine amplificando la scossa che arriva nel ritornello teso
e distorto, o l’utilizzo similare degli archi (con la collaborazione di Nicola
Manzan) nella successiva D’estate al mare,
uno dei brani più energici del lotto. Perfetta nella sua struttura C’è chi, che partendo come un pezzo alla
Rino Gaetano esplode granitica a metà brano, non lesinando su distorsioni e
sovrapposizioni vocali dal piacevole effetto noise, una struttura fra l’acustico
e l’elettrico che viene ripresa anche nella successiva Oggi mi butto, con esiti interessanti ma di minore impatto.
Ciò che i muscoli creano di
valido viene però pregiudicato dal lato più pop della produzione. Voglio essere giovane non riesce a
scuotere quanto dovrebbe, indecisa fra il dar spazio alle schitarrate o
nasconderle sotto le note della tastiera, Lei
dice è un brano leggero leggero che si affida troppo ad un testo deboluccio,
Stelle cadenti non riesce a dare
incisività a ritornelli che passano quasi sotto traccia (va meglio, in questo
senso, col primo singolo Berlino). I
Marydolls danno l’impressione di essere più a loro agio quando l’atmosfera si
fa tesa e le distorsioni possono ruggire, eppure si autolimitano in molti casi,
cosa che appiattisce il risultato finale rendendo i pezzi orecchiabili ma tutt’altro
che indimenticabili. Nel mezzo la title track prova a sperimentare con l’elettronica,
in maniera simile a quanto fatto dagli Aim qualche anno fa, ma fra voci
sussurrate e ritmiche drum’n’bass non si riesce a percepire uno schema che la
renda qualcosa più di un intervallo particolare.
Fin troppo puliti questi
Marydolls, bravi a scrivere pezzi accattivanti ma acerbi nel farli suonare come
dovrebbero. L’intenzione pop che sta dietro a molte atmosfere è limitante, e anche
se le novità proposte nel genere di riferimento sono ben poche rimane comunque
l’impressione che Tutto bene, con un po’ di sporcizia in più, avrebbe potuto
essere un album più compiuto ed appetibile per qualunque palato. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Voglio essere giovane
2. Dimmi la verità
3. D'estate al mare
4. Lei dice
5. Stelle cadenti
6. Tutto bene
7. Berlino
8. C'è chi
9. Oggi mi butto
10. Rapina
11. La parolina giusta
Nessun commento:
Posta un commento