6 ottobre 2015

Il lamento dei Grime nel nuovo album Circle of molesters

Il secondo full-lenght dei triestini Grime, attivi dal 2010, esce per l’etichetta olandese Argento records ed è un ottimo disco metal. Si intitola Circle of molesters, ed ora scopriremo il perché.
Innanzitutto non guarda in faccia a nessuno: otto tracce cupe, violente, suonate in maniera minimalmente egregia, di uno sludge – hardcore come pochi ne abbiamo ascoltati in giro. Precisi, meccanici e pragmatici, i Grime non procrastinano un giro, non dimenticano nulla, sono marmorei. Dalla voce urlata e famelica alle chitarre che rincorrono la struttura sempre e comunque, come insegnarono gli Eyehategod di Dopesick ed insegnano tutt’ora i polacchi Dopelord (anche loro, peraltro, nati nel 2010 come i Grime). Esempi tangibili? Il finale mosh di Get immortal, per esempio: il secondo brano del disco che, dopo un inizio ed un intercalare violenti e sentenziosi, si lascia andare in un doppio ritmo da far saltare letteralmente sulla sedia. La cosa che più colpisce, in questo Circle of molesters, è senz’altro l’utilizzo delle parti vocali, che non ti lasciano mai pace ed assillano la completezza di ogni canzone. Come nella ragionatissima e devastante Accelerating transition, dove davvero la voce domina tutto e ci aiuta a seguire le evoluzioni, sintomatiche e stalagmitiche, di cassa e basso. Pazzesco davvero ragazzi, un lamento moderno che esalta tutto ciò che di acuto e doloroso può nascere dalla musica. Andrea Vecchio

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