1 febbraio 2014

Delawater - Open book at page eleven - Rec. in 10 parole

Le canzoni del nuovo lavoro dei Delawater possono rappresentare una pausa presa mentre si legge un racconto, o essere a loro volta la fotografia sonora di quella storia, già iniziata, portata avanti con curiosità e dal finale incerto. Proprio per questo motivo l'album, uscito per l'etichetta Waited for months records, si intitola Open book at page eleven: si parte già nel bel mezzo della narrazione.


Recensione in 10 parole: lingua (che ammicca all'inglese ma non se ne vanta), gentilezza (è un disco dai toni tranquilli, pacati, mai violenti), canzoni (che fanno il filo alla melodia, la colorano appena, la cucinano con cuore ed un po' di psichedelia), Beatles, Byrds, Love (la band cita queste tre band dei tempi passati come fonte di ispirazione ma sinceramente gli influssi che si percepiscono sono molto più recenti), voce (è particolare e molto imprecisa: brani come This place doesn't  build opinions o Playing Wipeout non piaceranno a tutti), shoegaze (forse il modo di intendere la musica al quale i Delawater sono più affini), tessuto musicale (alcune canzoni hanno una propria identità che rende bene anche ritmicamente, come Now I can see no more). Marco Maresca

Voto: **/

Tracklist:
1. Far from cartoons
2. Now I can see no more
3. Playing Wipeout
4. Lo-fi soldier
5. Me and Tina wanna dance tonight
6. Is running fast this car?
7. This place doesn't build opinions

8. Bluebirds sing in the wind

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