Messa da parte la natura e le metafore a essa ispirate, è la realtà metropolitana a fare irruzione nella poetica di Cristina Donà. Con Torno a casa a piedi (nei negozi di dischi dal 25 gennaio per Emi Music Italy) la cantautrice di Rho ingloba palazzi, marciapiedi, bar, periferie e schizofrenia d’un modo in movimento per antonomasia in strutture musicali cesellate a quattro mani con Saverio Lanza.
«I colori di questo disco - ha spiegato l’artista - sono nella musica. Ne sapevo poco del mondo musicale di Saverio Lanza, ma la sua cultura e il suo approccio alla musica erano quello che cercavo».
Nel nuovo album, dunque, c’è il riflesso di esistenze comuni, tanto nell’accezione collettiva della condivisione di ciò che si vive, o si può vivere, in quanto uomini; tanto nella declinazione che evoca la normalità di un trascorso quotidiano.
«Con questo album - ha detto la Donà - torna molto presente la città dopo aver avuto bisogno di raccontare alcune cose attraverso metafore della natura. Ora, invece, sono tornati alcuni ricordi che riguardano la vita urbana, alcune sfumature della quotidianità che sono più reali inseriti in un contesto urbano». Mai protagonista, la città si adatta a sfondo partecipe del sentire personale (decisamente schizofrenico in Giapponese, irrequieto in Acquilone), dei gesti quotidiani - che talvolta sono Miracoli, ovvero normalità che creano eventi straordinari - dei piccoli eventi che possono arrivare in qualsiasi momento, come una partenza (che è fuga da una situazione e da una periferia in In un soffio, o la ricerca di uno scampolo proprio di autonomia e libertà che equivale ad un nuovo punto di vista (Torno a casa a piedi). C’è spazio pure per un inno all’amore (Più forte del fuoco), per un sofisticato racconto del legame madre-figlio (Bimbo dal sonno leggero) e la critica alla presunzione di chi ha sempre le idee chiare (Tutti che sanno cosa dire).
«Ogni volta che faccio un disco - ha spiegato la cantante - penso che sia l’ultimo e mi chiedo cos’è che voglio lasciare. Ecco, anche in questo c’è quello che vorrei lasciare ai posteri».
Una riflessione in punta di note, appunto, condotta come lei stessa ha spiegato «con leggerezza e ironia», per creare un percorso della vita per istantanee.
Città raccontata e città da visitare quando, da marzo, partirà il tour che porterà l’artista soprattutto in contesti teatrali. Un piccolo anticipo a Milano (il 25 gennaio), Roma (27 gennaio), Verona (30 gennaio) e Torino (5 febbraio), quando Cristina Donà presenterà il disco in una serie di incontri con set acustico. g.oc.
Grande la Dnà ...sempre...
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