Canzoni da spiaggia deturpata è un disco che mi aveva da subito commosso, per la sua urgenza comunicativa e per lo spleen che trasmetteva. E' uno dei pochissimi album che mi sono fatto autografare, lo trovavo geniale per l'incrocio di umori e di immagini sonore che facevano da impalcatura alla storia scolorita di molti giovani (e non solo) persi nella desolazione degli Anni Zero, anni un po' neri nei quali, citando lo stesso Brondi, non sapremo cosa raccontare ai figli che non avremo, tra lavoro che manca, promesse disilluse, riferimenti politici assenti.
E pazienza se al di là dell'impatto comunicativo risulta difficile esprimere un giudizio sui singoli brani in quanto la sequenza scorre come una traccia unica senza elementi che demarchino il confine tra una canzone e l'altra.
Poi le cose sono cambiate... e per Vasco è arrivata una ribalta che lo ha portato ad abbandonare l'intimo live in compagnia di Giorgio Canali (a cui va peraltro ricordato il merito di aver plasmato il disco d'esordio) a favore di improbabili set con archi e discutibili reading. Parallelamente al disco usciva infatti in libreria "Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero" (d'apprima con una piccolissima casa editrice e successivamente per Baldini, Castoldi, Dalai) che ripropone i contenuti del blog del cantautore ferrarese.
Nel frattempo arrivava anche il Premio Tenco e la popolarità del "nostro" cresceva ancora, così come le aspettative per un eventuale secondo lavoro.
Ora da qualche giorno è stato ufficializzato che il nove novembre uscirà il nuovo disco Per ora noi la chiameremo felicità, anticipato dal singolo e videoclip Cara catastrofe, brano già proposto dal vivo in più occasioni che prosegue sul binario di Canzoni da spiaggia deturpata senza discostarsene di nemmeno un centimetro. Il video peraltro ammicca al pubblico teen e piacerà soprattutto a quelle ragazzine che vanno nei locali ad ammazzarsi di foto, come se esistessero solo attraverso la loro immagine.
Nel disco suonano, tra gli altri, Stefano Pilia dei Massimo Volume, Rodrigo D'Erasmo degli Afterhours ed Enrico Gabrielli già con i Calibro 35, Vinicio Capossela e Mike Patton.
Una sorta di collettivo che in alcune occasioni viene parzialmente ricomposto anche dal vivo.
"Oltre al video - annuncia Vasco Brondi - sul sito www.leluci.net ci sono i primi post di ‘una guerra lampo pop', un blog di avvicinamento al disco".
Dalle avvisaglie che arrivano, temo che questo lavoro possa rivelarsi deludente, i temi sembrano essere esattamente gli stessi, non colgo una significativa evoluzione sonora, nè di genere. Spero di sbagliarmi, perchè non c'è nulla di peggio di un disco che non abbia nulla da dire, fatto uscire prima di Natale giusto per fare un po' di cassa. Attenderò con ansia l'uscita nei negozi (ai media minori come il nostro non vengono nemmeno più inviati in anteprima i dischi, tanto ormai delle recensioni non frega niente a nessuno, meglio limitarsi al comunicato stampa o agli ascolti in anteprima su Xl o, se va male, su RockIt, il resto conta quasi zero).
“C’è una frase di Leo Ferrè che mi ha colpito, 'La disperazione è una forma superiore di critica, per ora noi la chiameremo felicità'. Ecco.. il titolo arriva da lì”. Spiega Vasco Brondi nella nota di presentazione del cd, e prosegue: “Le canzoni parlano di lavori neri, di licenziamenti di metalmeccanici, di cristi fosforescenti, di tramonti tra le antenne, di guerre fredde, di errori di fabbricazione, dei tuoi miracoli economici, di martedì magri e di lunedì difettosi, di amori e di respingerti in mare, insomma delle solite cose. C'è questa orchestra minima, di quattro persone in una stanza, di archi negli amplificatori, di chitarre distorte, di organi con il delay, di acustiche pesanti e di parole nei megafoni”.
Le nuove canzoni sono: Cara catastrofe, Quando tornerai dall'estero, Una guerra fredda, Fuochi artificiali, L'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici, Anidride carbonica, Le petroliere, Per respingerti in mare, I nostri corpi celesti, Le ragazze kamikaze.
Roberto Conti
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