28 agosto 2009

Tutta la tempesta si mette in vetrina a Milano


L'altra notte a Milano, al Magnolia, c'è stata la Notte della Tepesta: due palchi sui quali si sono esibiti tutti gli artisti che fanno parte dell'etichetta indipendente più smart del momento.

Il pubblico andava dai venti agli over sessanta e questo è un buon segno. I generi musicali proposti sono stati tra i più diversi e quindi tutti ci hanno fatto un affare: il pubblico che probabilmente ha scoperto band che non conosceva; le band che si sono fatte conoscere anche da un pubblico non loro; l'etichetta che ha dato un'immagine forte e vitale, nonostante alla fine i mezzi economici siano quelli che sono; il Magnolia che ha fatto il pienone.

Tre allegri ragazzi morti: incominciano che il sole ancora non è tramontato, proprio con La tempesta, lo splendido brano che ha dato il nome all'etichetta fondata dai Tarm. L'esibizione è stata breve, come tutte, ma decisamente all'altezza. Non tutti avrebbero accettato di esibirsi per primi per lasciare spazio e visibilità a band di blasone e seguito inferione. Lodevolissimi.
Cosmetic: ho sentito poco e quel poco non mi ha detto molto.
Colore Perfetto: penalizzati da una voce che fuori si sentiva malissimo, la band perugina non ha tradito le attese con una performance comunque buona, con un elemento in più alle chitarre e un brano inedito, stoner direi, proposto in chiusura, mi piacerebbe che riuscissero a suonare un po' di più in giro.
Uochi Toki: lasciandomi guidare dal titolo del loro ultimo disco li ho ascoltati come se leggessi un libro. Il loro hip hop è irsuto e intelligente, arriva dove deve arrivare non ricorrendo a facili sorciatoie.
Moltheni: Umberto ha fatto assaporare qualche anteprima della sua raccolta in uscita il 27 novembre, si chiama Ingrediente Novus e conterrà due inediti tra i quali il primo brano di impegno politico-sociale dell'autore bolognese.
Le luci della centrale elettrica e Giorgio Canali: un brano di Vasco e un brano di Giorgio, accompagnati solo dalle rispettive chitarre. Con uno stile ruvido e scarno le canzoni tutto cuore e corde vocali deturpate sono arrivate là dove dovevano arrivare. Bravi.
Sick Tamburo: Chi è che sta suonando sul secondo palco del Magnolia, chiedo a una ragazza? E' quello che resta dei Prozac+. In realtà i Sick Tamburo sono un progetto che va ben oltre alla musica del trio punk di Pordenone. Ipnotici e ripetitivi propongono un ottimo rock elettronico che a vedere dal pogo virulento che c'era sotto al palco ha già una valanga di estimatori. Andatevi a fare un giro sul loro space, ci sono già un sacco di date per l'autunno.
Il teatro degli orrori: sotto una pioggia battente (o tempesta che dir si voglia) forse sono stati un po' penalizzati dal diluvio. Io mi sono rifugiato a sentirli sotto un albero, incurante dei fulmini, e mi sono perso la componente 'teatrale' dello show di Capovilla e compagni, accontentandomi di ascoltare la musica 'per il cervello e non per i piedi' citando una frase di una loro bella intervista.
Roberto Conti

2 commenti:

  1. iniziativa lodevolissima e di grande suggestione. bellissima ambientazione ed ottima organizzazione. roster de LA tempesta con punte altissime ( teatro, moltheni, colore perfetto) alte ( uoki toki, sick tamburo, circus zen, tarm) e vacue (il cane, cosmetic). davvero da ripetere. p.s. non nomino "le luci" che io personalmente detesto ma sono l'unico.

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  2. almeno non c'era la violoncellista che per quanto brava snatura la musica delle Luci.
    Non dimentichiamo Giorgio Canali, per carità...

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