I Virgo sono già passati sulle
nostre pagine col disco d’esordio L’appuntamento, che aveva convinto un paio
d’anni fa il buon Marco. Questo nuovo album omonimo è denso di atmosfere
riconducibili allo stoner più diretto e sporcato di hard rock, quello del
filone Monster Magnet per intendersi, ma si contamina di varie influenze che
infondono personalità al tutto, anche se questo porta con sé sia luci che
ombre.
Una delle caratteristiche di
spicco della band è sicuramente il vocalist Daniele Perrino, che dà una marcia
in più con le sue capacità ma è allo stesso tempo uno dei talloni d’Achille,
almeno a parere di chi giudica: l’eccessiva propensione al vocalizzo lo rende
infatti in alcuni punti troppo debordante, nella seconda strofa della conclusiva Trasparenze ad esempio, ed il troppo
protagonismo finisce così per essere un difetto più che un pregio. La stessa
traccia citata mette in evidenza un altro difetto, ovvero quello di voler
esagerare senza un’effettiva necessità: il brano si stabilizza dopo un breve
intro su un piacevole incrocio armonico fra chitarre e basso, ma quando arriva
il ritornello tutto si complica eccessivamente a livello ritmico e senza che se
ne senta l’effettiva necessità.
Fin qui le mancanze, ma è bene
rimarcare anche i tanti pregi: la traccia iniziale Danza di corteggiamento, debitrice dei Queens Of The Stone Age
(come il finale della convincente Aspirare) in certe atmosfere e nei cori che partono sul
finale, è un bel pugno nello stomaco potente e con suoni efficaci, Pensieri infetti riecheggia senza
scimmiottarle atmosfere alla Soundgarden prima maniera, Coco alterna efficacemente momenti di vuoto e martellate abrasive
in cui la sezione ritmica fa un ottimo lavoro, Selene mostra un lato più intimistico ma ottimamente architettato
della band e pecca solo in un finale alla Toxicity che denota un’altra volta
una tendenza a strafare quando non ce n’è bisogno.
Non inventano fondamentalmente
nulla i vicentini Virgo ma il loro stoner contaminato ha comunque una
personalità ben definita, sebbene andrebbe un po’ addomesticata in arrangiamenti
che evitino virtuosismi canori e ritmici a volte fuori luogo. E’ bello vedere
comunque che il suono degli anni 90 può ancora venire preso come base per
qualcosa che non si fermi al copia ed incolla, tutto lascia ben sperare per una
ulteriore evoluzione in qualcosa che abbia sempre meno riferimenti
riconoscibili. Stefano Ficagna
Tracklist:
1. Danza di corteggiamento
2. Vergine livrea
3. Selene
4. Coco
5. Aspirare
6, E' uno di quei giorni
7. Nel fondo della segreta ossessione
8. Pensieri infetti
9. L'astinenza
10. Bianca ombra
11. Visione intima (tutto di lei)
12. Trasparenze
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