29 novembre 2014

Cronaca e preghiera, l'esordio di una band che sfugge alle definizioni

Di gruppi strani ne ho ascoltati parecchi, da band di doom psichedelico con due bassi e batteria a gente che miagola ed abbaia nei pezzi. Riesco però ancora ogni tanto a stupirmi, e a farmi da sorpresa stavolta sono stati i Cronaca e preghiera, quartetto diviso fra Milano e Firenze di cui questo omonimo album rappresenta l'esordio.
La vita al tempo della crisi, blues malato contornato di synth anni 80 che fa da apripista, lascia la brutta impressione che si vogliano cavalcare gli stereotipi, ma basta attendere Condominio per accorgersi che incasellarli è molto più difficile. Scatenato punk elettronico sulle tracce dei Soulwax più danzerecci, la seconda traccia apre un ricco filone di brani completamente diversi fra loro ma accomunati dall'indagine delle dinamiche umane nelle maniere più allucinanti possibili: Le cose sexy scava con sottofondo da eighties trash alla Fatur in un rapporto uomo-oggetto ben più torbido di quanto non facesse il film Lars e una ragazza tutta sua, Costa meno andare a troie è la vivida rappresentazione di un rapporto finito con spiegazioni tutt'altro che poetiche mentre inquietanti ed oscure atmosfere new wave fanno da tappeto sonoro, in Ucciderti a rate una base sonora che sembra uscita da un disco dei Bachi da pietra accompagna i toni violenti dell'ennesima crisi emotiva...per non parlare di quando Giuliano e Vanessa si danno il cambio alla voce per far declamare a quest'ultima le motivazioni per cui è legittimo affermare Mi sposo un calciatore, delirante connubio fra una base elettro80 e gli strazianti accordi della riverberatissima chitarra.
Pensate che sia finita qui? Ma questo è solo la punta dell'iceberg, perchè la band non si fa scappare neanche l'opportunità di lanciarsi nel reading (L'abominevole uomo cupo, brano dai suoni delicati che stridono con le parole declamate in maniera infastidita) o di virare verso i CCCP (influenza fra le più presenti) più rarefatti con Sogni infranti a Paderno Dugnano, rassegnata e malinconica fotografia di una vita di provincia su cui la morte aleggia ovunque (“il prete di Arconate è gay/ cercava avventure sul web/ cercava un po' d'amore in terra/ perchè in cielo un Dio non c'è") in cui le bordate soniche e il duetto di voci della pausa centrale funzionano alla perfezione. Spazio poi anche per una cover, con la bizzarra scelta di un brano sanremese (dall'appeal ben poco sanremese) del misconosciuto Alessio Bonomo: la sua La croce viene declinata in una versione blues scarnificata a cui il piano che si attiva a metà del pezzo da il là per aumentare il ritmo.
Come si esce da un simile viaggio sonoro? Scombussolati, e non esattamente entusiasti: se certi episodi ai confini del trash si riescono ad ascoltare col sorriso sulle labbra altri superano il labile confine, e si arriva a chiedersi il perchè del ripetitivo nonsense grammatico di Se ho fame fumo. E' proprio questo menefreghismo verso i limiti che rende però il progetto Cronaca e preghiera così interessante, e senza preconcetti ci si può divertire parecchio in questo sobbalzante e discontinuo teatrino in cui i Butthole Surfers incontrano i CCCP ad un party elettro80. Strani, come dicevo all'inizio, ma sul serio. Stefano Ficagna

2 commenti:

  1. Ciao, solo per precisare che siamo in realtà un quartetto e non un trio.
    Cordiali saluti.
    Ljubo Ungherelli, Firenze

    RispondiElimina
  2. abbiamo corretto, grazie per la precisazione.

    RispondiElimina