1 marzo 2014

Old man's cellar - Damaged pearls - Rec. in 10 parole

I modenesi Old man's cellar, con il loro album Damaged pearls, uscito per Valery records e per l'etichetta inglese Casket music, propongono un hard rock che ci porta sul finire degli anni '80. E' quello il periodo in cui si concentrano tutte le principali fonti d'ispirazione della band. Trattandosi di un genere musicale che per essere fatto bene richiede notevoli competenze, gli Old man's cellar non si fanno cogliere impreparati e nell'album emerge il giusto compromesso tra tecnica e scorrevolezza dei brani.


Recensione in 10 parole: Skid row, Bon Jovi (due band a cui i modenesi dichiarano esplicitamente di ispirarsi, ma ce ne sono tante altre), inglese (la lingua dei testi), alte (le note del cantato, come si usava nell'hard rock degli anni '80, e benché il cantante Ricky DC affermi di non essere un professionista, la sua è una voce di forte impatto), tecnica (Freddy Veratti è un professionista delle sei corde e ha aperto una sua scuola di musica. L'album risente molto della solida tecnica chitarristica, anche se forse a volte c'è troppo manierismo e poco cuore), omaggio (al genere musicale dell'adolescenza, ma comunque con risultati di tutto rispetto), scrittura (si tratta di ottimi brani. Fossero stati scritti un quarto di secolo fa e fuori dall'Italia, avrebbero riscosso successo), evoluzione (cosa faranno gli Old man's cellar? Continueranno a percorrere il filone dell'hard rock o si aggiorneranno?). Marco Maresca

Voto: ***

Tracklist
1. Damaged pearls
2. Amber lights
3. Hyperlove
4. Don't care what's next
5. The years we challenge
6. Rain talk
7. Is this the highest wave?
8. Knees on the straw
9. Soul exercise
10. Still at heart
11. Summer of the white tiger

12. Undress me fast

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