2 maggio 2011

Ascolti emergenti di maggio

The Ex Kgb - Fisrs Putin ***
Già stringendo tra le mani una copia del cd First Putin, della band italianissima The Ex Kgb, si capisce che sarà qualcosa di estremamente partciolare.Suoni folk, rock 'n' roll pimpante e voce alla indie-english style sono perfettamente mescolati tra loro per creare un sound da ascoltare a pieno volume. Inutile dire che lo zampino di Ronan Chris Murphy per la produzione del cd, abbia dato un tocco tecnico ai brani non indifferente. La batteria spicca su tutti gli strumenti, quasi come a dimostrare di essere la colonna portante del trio. Ritmica impeccabile la chitarra, che già dal primo accordo ti va venire voglia di scatenarti, anche se sei nella privacy della tua stanza. Il basso, presente ed irruente in ogni brano, regala suoni corposi e in perfetta simbiosi con la batteria, dando ad ogni pezzo la grinta necessaria. Notevole il brano Pussy Galore, una ballata dal sapore rock'n'roll che farà scatenare anche i più scettici a riguardo. Un ottimo lavoro insomma, consigliatissimo. Monica Bertozzi



U’Papun - Fiori innocenti ***

Sottile, tagliente, ironico. Questo è Fiori innocenti il disco d’esordio dei pugliesi U’Papun.
Il lavoro si apre con “Inutile alchimia” che è quasi un benvenuto nel mondo di Alfredo Colella. Un mondo attuale e reale di cui gli U’Papun sono a volte spettatori esterni , come “La sposa in nero”. Brano che mette a confronto il sentimento puro di una giovane ragazza e il cinismo della cultura media, o “La danza degli insoddisfatti” quadro di una società piatta e perennemente annoiata e intontita. Altre volte Gli U’Papun cambiano prospettiva e vivono in prima persona vizi, stravizi e frustrazioni, come in “Maledettissimi soldi” brano diretto e cattivo che non lascia scampo a molte interpretazioni. Così come in “Vivere come un’attrazione” dove prevale la voglia di distacco dalle masse, fino al malato distacco da se stessi.
Una menzione particolare è per “L’appaprenza”, già singolo di lancio del disco. Un’ ironica quanto mai reale fotografia del mondo dello shobiz, che si avvale del featuring di un Caparezza in gran spolvero. Dopo aver spazziato e giocato tra folk, rock, ska, e funk troviamo anche un lato più cantautorale. “Uomo qualunque” è l’unica ”ballad” del disco. Triste e introspettiva è la dichiarazione di sconfitta di un uomo che vede nei potenti privi di scrupoli un punto di riferimento e di arrivo. “Biancaneve (donna emancipata)” e “Giulietta” sono delle gustose e divertenti rivisitazioni in chiave moderna del classico “C’era una volta…”. Gli U’Papun sono un folle carrozzone che porta in scena la vita reale, o come gli ha definiti Red Ronnie “Il lato deviato della Puglia”. Un lato certo deviato ma che non ha paura di parlare chiaro, di osare con le parole e con gli strumenti. Daniele Bertozzi



Koinè - Il rumore dei sassi **
Una Bella copertina in pieno stile urban, un titolo accattivante che incuriosisce e porta all’ascolto del nuovo album del quartetto ferrarese con tutta la volontà e la voglia del caso.
Peccato che l’illusione duri poco, troppo poco. Basta la title track Il rumore dei sassi per capire che ci si ritrova davanti all’ennesima produzione pop-rock italiana piatta e vuota. Così ascoltiamo undici tracce in cui sembra di trovarsi nel bel mezzo degli anni novanta ora in un disco di Nek, ora in uno degli O.R.O. L’unico episodio che si salva è Lasciami cenere, brano accattivante e movimentato, mentre brani come 100 volte, Sul binario e la conclusiva Con te non lasciano nulla, sia nei testi che nelle musiche non c’è nulla che possa cogliere l’attenzione e farsi ricordare. Sia chiaro, non è un brutto disco composto da brutte canzoni. Semplicemente il lavoro non è nulla di più che un esercizio di stile con una grande produzione e grandi arrangiamenti, ma quello che davvero manca sono le idee, la personalità e l’avere qualcosa da dire pensando troppo all’essere fruibili e radiofonici. Daniele Bertozzi

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