Venerdì sera sono stato a sentire un concerto dei poveri Fratelli Calafuria, l'ultimo prima del loro ingresso in studio per registrare il secondo disco.
Il pubblico venuto per sentire il trio milanse è stato fiaccato da un lungo dj set metal, con volumi impertinenti tanto che in molti si sono rifugiati in auto ad attendere l'inizio del concerto, e anche per evitare i colpi di calascnicov che i poveri residenti avrebbero volentieri sparato verso il tendone che ospitava l'evento, se non per farlo cessare, almeno per limitarne il volume.
Detto questo sul fare della mezzanotte, la nostra attesa è stata premiata. Ecco i 'fratelli' con il loro live energico e divertente. Anche qui l'organizzazione ci ha messo del suo, con suoni da brivido, luci che nemmeno in una discoteca di Lloret de mar (la foto qui a lato è di repertorio) e casse spia che di tanto in tanto decidevano di cadere sul povero batterista. Il trio ha proposto quai tutti i brani del fortunato Del fregarsene di tutto e del non fregarsene del niente. Ok, l'approccio leggero e scanzonato, ok gli arrangiamenti giocosi e le canzoni che il pubblico almeno in parte conosceva... ma a mio avviso il concerto è stato troppo approssimativo. Chi non sapeva già le canzoni non ha capito niente, chi le conosceva le ha canticchiate un po' sulla memoria. Le più apprezzate: (Uachi) La merendina, La nobile arte, Riccardo, Amico di plastica; decisamente da dimenticare Cicatrici. Ora il trio andrà in studio, speriamo che ne esca un dico che conservi la vena scanzonata e goliardica aggiungendo un po' di maturità, specie negli arrangiamenti. Roberto Conti
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