6 aprile 2014

When I was an alien: un tributo ai vent'anni di assenza di Kurt Cobain targato Inconsapevole records

L'etichetta Inconsapevole records ha realizzato una compilation della quale si sta parlando molto in questi giorni. Si tratta di When I was an alien - a tribute compilation to Nirvana. Ricorre infatti il ventennale della scomparsa di Kurt Cobain, uno dei pochissimi in tutta la storia della musica ad aver messo d'accordo davvero tutti. Sarà forse proprio per il grande rispetto che chiunque ha per l'artista di Seattle, sta di fatto che questa compilation tributo non è stata utilizzata dalle band come veicolo per farsi belle. Prevale infatti una forte sensazione di devozione e di rispetto, tanto più accentuata proprio da parte di quegli artisti che invece potrebbero tranquillamente permettersi di giocare con i brani di Cobain e stravolgerli.
Apprezziamo quindi tantissimo Appino che ha realizzato, in apertura della compilation, una versione di Smells like teen spirit che difficilmente si distingue dall'originale. Il pisano è stato bravissimo a mantenere inalterato il vigore del brano originario e a non farlo puzzare di cover. Sliver è uno dei brani più punk dei Nirvana e quella era la sua forza. Sinceramente non abbiamo gradito la versione dei Vanilla sky, con un taglio sempre punk ma dalle sfumature più pop. La versione divertente ed alleggerita di Tourette's dei Kutso merita qualche ascolto e per qualche istante mitiga i toni cupi del Cobain originale. Something in the way degli Albedo è fatta bene ma è un po' tanto molle. Territorial pissing dei Biffers, dopo una divertente introduzione un po' easy jazz, esplode in una violenza hardcore analoga all'originale, impreziosita da una voce particolarmente adatta. Per quanto riguarda Drain you nella versione dei Vision of Johanna, vale lo stesso discorso di Appino: chitarra, basso e batteria con suoni che rispecchiano gli originali e grande vicinanza di interpretazione anche per quanto riguarda la voce. Difficile credere che sia una cover. La versione di Even in his youth dei 7Years lascia senza parole e ridà dignità ad un brano che non è mai stato considerato di punta nella produzione dei Nirvana. Sui 7Years già in molti hanno speso belle parole ma lascia davvero senza fiato questa interpretazione che mostra quanto la band abbia compreso il messaggio originario dei precursori. Senz'altro il tributo migliore di tutta la compilation. Tra i brani che invece vengono forse ingiustamente stravolti c'è In bloom targato Lorenzo Dinelli feat. Michele Menchini e DJ Gabber. Oltre allo stravolgimento c'è anche il problema che il brano, inizialmente concepito con una propria compattezza funzionale, non rende bene se viene dilatato. Il tentativo acustico di Camilla Furetta con Lithium non avrà forse un esito particolarmente sconvolgente ma rimane un buon tentativo. Pennyroyal tea è per molti il brano più intenso dei Nirvana e la versione degli Small giant ci porta in quello che poteva essere lo stato mentale di Kurt Cobain nel comporre quella canzone. Per il filone dei brani molto fedeli all'originale ci sono i Forty winks con Serve the servants e i Minnie's con On a plain. Complimenti ad entrambe le band. Heart-shaped box nella versione dei Blake ha un taglio meno radiofonico (che forse nell'originale era fin troppo marcato) e più grunge. Ottime le Bruise Gretel con Dive e gli Atman con Lounge Act: lo spirito è quello originale. Il taglio elettronico di Come as you are dei Borghese lascia un po' perplessi. Dumb è stata reinterpretata in maniera personale dai Crystal Newton, ma senza stravolgimenti. All apologies viene fischiettata in versione folk dai The Jackie-O's farm ma non abbiamo gradito tantissimo. I Nadàr solo tirano fuori tutto il possibile da Downer trasformando il brano in una sorta di hardcore da Dead Kennedys che insieme ai già citati 7Years è un'altra delle cose migliori della compilation. Bravi i NiCE ad infondere al noise di Milk it una coerenza ed una struttura che forse l'originale nemmeno aveva. School, rifatta dai Lost under karma, vira verso lo stoner, cosa che l'originale non faceva. Sonorità molto incattivite anche per Mr. Moustache rifatta dai Supernova che sale sul podio dei brani meglio riusciti dell'album, piazzandosi al terzo posto. Il delirio elettropop di Daniele Catalucci con Very ape ha un suo perché, e merita di essere ascoltato con molta attenzione. Il delirio continua con l'effettistica esagerata dei Vaiflo su Rape me (da notare cosa combinano con la voce) e con Hairspray queen dei Preti pedofili, che esibiscono un'elettronica folle che sposta parecchio gli equilibri del brano originale e lo trasforma completamente in qualcos'altro. Frances Farmer will have her revenge on Seattle diventa britpop nella versione dei The Rust and the fury e purtroppo si perde tutto il pathos della versione di Cobain. Polly in versione femminile è qualcosa che non siamo abituati a sentire, ma Ruiha se la cava molto bene. La compilation è quasi in dirittura d'arrivo e ci pensano i Silvereight con Blew a rallentare i ritmi con un'elettronica minimale da chillout. Luca Bardi tenta con esito positivo una sua versione parecchio cupa di In his hands, brano non tra quelli più conosciuti che in questa versione ha il pregio di essere portato ad una forma finita. Bella la botta d'energia dei Sys con Aneurysm. La compilation si chiude con Breed in versione elettronica a firma Ortis Wins feat. Cristiano VOJ. Insomma, tra cover che cercano di essere identiche alle originali e brani stravolti ma quasi sempre rispettosamente, questa compilation è un onesto omaggio ad un artista e ad una band che hanno cambiato tutto. D'altronde, una delle prime cose che abbiamo assimilato dai Nirvana è di non curarsi troppo di cosa pensano gli altri. Quindi, almeno per stavolta, complimenti un po' a tutti quanti. Marco Maresca

1 commento:

  1. Le Bruise Gretel sono un gruppo tutto al femminile.... www.bruisegretel.it

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