27 aprile 2014

Cosmic sessions è l'esordio solista di Alessandro Battistini

Stavo tirando dritto per la mia strada, come a volte mi capita quando annuso aria di folk music (ce n'è un po' troppa ultimamente per i miei gusti e i miei gusti musicali sono comunque altri...), poi invece ho preso le cuffie e ho iniziato ad ascoltare Cosmic Sessions, primo disco da solista di Alessandro Battistini. 
Ha già inciso tre dischi con la blues rock band Mojo Filter nelle vesti di cantante, chitarrista e principale compositore.

L'ascolto del disco mi ha dato ulteriore conferma che bisognerebbe sempre seguire l'istinto.
L'album non può e non deve essere catalogato in un genere specifico. Se definissi Battistini cantautore, cosa che in realtà è, mi sembrerebbe di non rendergli giustizia. Chissà perché se diciamo cantautore non ha la stessa enfasi di songwriter... Soprassediamo.
Ha messo insieme dieci brani che assemblano folk, country, Blues e psichedelia con un sound decisamente anni Sessanta.
L'album inizia con lenta rilassatezza con i primi due brani. Staring at your splendor è un pezzo
folk-blues che sta molto bene nel suo contesto. Tradizione country a due voci ben suonata e interpretata in Fill my world.
The inner side, un pezzo ricco di sfumature blues che mi piacciono. Si fa un uso sapiente dei mezzi strumentali a disposizione. Soprattutto nel finale mi sembra di finire in una California presa dalla sperimentazione musicale fine anni Sessanta.
Anche echi beatlesiani in The wise rabbit, pezzo che propone un sound preso ampiamente in prestito da fine anni Sessanta inizio Settanta. Interessante l'inserimento della tromba. Ma si ripiomba nel classico country con la ballata  All of those rainy days. I maestri di Nashville ne sarebbero contenti. In Walking the dog riecco l'organo che ormai penso dia uno stile particolare a tutto il lavoro di Battistini e che forse si ispira a qualcuno che suonava tantissimo tempo fa al Whisky a go a go. Finale a cappella. Alla fine credo che questo sia il pezzo che mi è piaciuto di più.
Il disco termina con Xmas time's outside my door.  Magari col titolo siamo un po' fuori periodo, ma questa ballata finale sta bene dove Battistini l'ha messa. Alessandra Terrone

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