18 marzo 2017

L'evitabile bestiario musicale di Lucio Corsi

Lucio Corsi è in giro da un po', anche se ha solo vent'anni e fa canzonette folk vagamente simpatiche. La sua piccola notorietà deriva dal fatto che lo produca Brunori e che recentemente sia stato chiamato dai Baustelle per aprire le loro date nei teatri. Bestiario musicale, il suo ultimo disco, è estremamente sopravvalutato, piuttosto infantile e noioso. Tanto noioso.
Una manciata di canzoni dedicate agli animali che popolano l'incontaminata Maremma, terra natia di Corsi. Ascoltato il piacevole singolo, La lepre, mi animo di buone speranze, rapidamente disilluse. Ci si può tranquillamente fermare, le altre canzoni sono repliche sbiadite, stessa melodia, arrangiamenti fotocopia, testi in calando. Quando Corsi prova ad aumentare il ritmo, anche le suggestioni folk ogni tanto indovinate volano via. E i cantautori italiani a cui dichiara di ispirarsi, per lo più morti, si rivoltano nella tomba, ad iniziare da Dalla.
Speravo di trovare in questo disco le atmosfere naturali e la freschezza di un autore giovane e innovativo, ma i ritratti animalisti paiono realizzati in uno zoo di Milano, arrangiamenti ben fatti ma non in linea con l'intento del disco. Definirei quello di Corsi animalismo/democristiano, scadente e nemmeno sempre evocativo (L'upupa è forse la canzone più raggelante: "c'è un movimento punk nella foresta con alberi con i capelli sempre verdi sulla testa"). In questa recensione in cui ho deciso senza mezzi termini di sconsigliarvi di seguire Lucio Corsi (che avevo comunque apprezzato nei primi ep), non posso esimermi dallo stigmatizzare anche il look da piccolo clone di David Bowie, sarà per questo che piace tanto ai Baustelle. A Corsi abbiamo dedicato già troppo spazio, speriamo torni nel dimenticatoio al più presto, con buona pace di Bianconi e di Brunori, degni maestri nell'arte del clonare canzoni e stili altrui, ma certo con maggiore gusto e fortuna di Lucio Corsi. Roberto Conti

2 commenti:

  1. Altrettanto evitabile la tua recensione, piena di pregiudizi verso questo giovane artista ed inconsistente nel contenuto e nella scrittura.

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  2. Inconsistente nel contenuto non mi pare. Si limita a sconsigliare un album a mio avviso brutto e ad effettuare alcune considerazioni sul "successo" a mio avviso immeritato di Corsi. Neturalmente il fatto che non piaccia a me sarà sinonimo di un certo seguito e del fatto che alla maggior parte di voi piacerà tantissimo...

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