Si propongono come ricercati ed eleganti gli Amor fou, band costruita con musicisti provenienti da progetti musicali diversi come La Crus e Giardini di Mirò. Alessandro Raina, il frontman del gruppo è il vero motore di questo progetto che propone con questo primo disco una sorta di concept album. Sul loro MySpace si legge di questo La stagione del cannibale: “Sulla scia della vicenda personale di una coppia di ex amanti prende forma un disco ispirato a una storia vera di amore/odio, lungo una stagione che attraversa quarant'anni di cronaca italiana, fra pop, rock e canzone impegnata. L'amor fou che devasta e distrugge, privo di qualsiasi remora e regola, che entra all'improvviso in una vita, la sconvolge e non può essere arginato”. Questa band e questo disco hanno a mio avviso il difetto di proporsi volando un po' troppo alto, il rischio purtroppo è quello di non essere colti e passare. Basterebbe partire dalla musica, splendida ed elegantemente britannica, e dai riferimenti: la vicinanza con gli Scisma fa bene al cuore e alla mente, i testi prendono il meglio di certi songwriter della scena cosiddetta indie – vedasi Godano, Agnelli, &co – ma anche a Battisti e ad un cantautorato cosiddetto classico. La stagione del cannibale andrebbe preso più alla leggera ed apprezzato per quello che è: un buon disco, da assaporare sotto le coperte. Brani da segnalare: Il periodo ipotetico, Cos’è la libertà. Roberto Conti
Lombroso - Credi di conoscermi ***
Attenzione, attenzione… Chi aveva etichettato i Lombroso come un estemporaneo progetto legato più che altro alla dimensione live deve ricredersi. C’è qualcosa che mi turba ascoltando questo Credi di conoscermi, turbamento piacevolissimo dato dalla possibilità di trovarmi, inaspettatamente, devo dirlo, di fronte a un disco tremendamente importante. Dario Ciffo, conosciuto dai più in qualità di violinista degli Afterhours, e Agostino Nascimbeni hanno realizzato un album piacevolissimo, orecchiabile, in grado davvero di far breccia nei cuori di molti… non solo degli amanti delle sonorità anni Settanta. Genitori e figli unitevi quindi all’insegna dei Lombroso, e voi, amanti del tocco di classe, gongolate con i tanti interventi di Marco Castoldi (Morgan, ndr) presente a più riprese nel disco. Raggiungerete un orgasmo (mentale ovviamente) con Il Paradiso, canzone firmata Mogol-Battisti; se siete donne, lo squirting non sarà più un’utopia con il singolone che porta il titolo del disco: Credi di conoscermi è una canzone che non si stacca più, come la polvere da un panno cattura-polvere o come Pippo Baudo dal festival di Sanremo. I Lombroso sono una bella e concreta realtà. Da ascoltare assolutamente, soprattutto se avere apprezzato Vibrazioni et similia. g.oc.
Attenzione, attenzione… Chi aveva etichettato i Lombroso come un estemporaneo progetto legato più che altro alla dimensione live deve ricredersi. C’è qualcosa che mi turba ascoltando questo Credi di conoscermi, turbamento piacevolissimo dato dalla possibilità di trovarmi, inaspettatamente, devo dirlo, di fronte a un disco tremendamente importante. Dario Ciffo, conosciuto dai più in qualità di violinista degli Afterhours, e Agostino Nascimbeni hanno realizzato un album piacevolissimo, orecchiabile, in grado davvero di far breccia nei cuori di molti… non solo degli amanti delle sonorità anni Settanta. Genitori e figli unitevi quindi all’insegna dei Lombroso, e voi, amanti del tocco di classe, gongolate con i tanti interventi di Marco Castoldi (Morgan, ndr) presente a più riprese nel disco. Raggiungerete un orgasmo (mentale ovviamente) con Il Paradiso, canzone firmata Mogol-Battisti; se siete donne, lo squirting non sarà più un’utopia con il singolone che porta il titolo del disco: Credi di conoscermi è una canzone che non si stacca più, come la polvere da un panno cattura-polvere o come Pippo Baudo dal festival di Sanremo. I Lombroso sono una bella e concreta realtà. Da ascoltare assolutamente, soprattutto se avere apprezzato Vibrazioni et similia. g.oc.
I Cosi - Accadrà ***/
E’ una questione di moda, si dirà, ma la cosiddetta scena milanese, mai come ultimamente, sta guardando con interesse al passato. E questo è anche il caso de I Cosi che rievocano in maniera originale le atmosfere tipiche della canzone cantautorale italiana degli anni Sessanta in una sorta di beat rivisitato.
Il progetto ha raggranellato buona attenzione e grandi aspettative, accumulate in un’attività live che in questi anni ha fatto solo assaporare le qualità del terzetto, adocchiato da tempo da Morgan Castoldi, che non si è svelato completamente prima di questo atteso Accadrà. Grandi armonie vocali per canzoni che alternano chitarre elettroacustiche e sembrano fatte apposta per piacere a tutti, adatte dal matrimonio al funeral party, si legge sul loro Myspace. Ed è vero. Le 11 tracce appartengono alla migliore accezione del termine pop, esempio azzeccatissimo uno dei due singoli Domani, ritornello appiccicoso come un “sogno dolcissimo e folle”. Ma il disco è un unicum molto positivo senza particolari mancanze che devono essere segnalate. I riferimenti dei Cosi non mancano possiamo citare Tenco, un certo Battisti, ma anche Adriano Celentano giusto per abbondare con la milanesità. Visto che i titoli di giornale che parlano di loro sono terribili, noi facciamo ben di peggio con “Dei Cosi siamo golosi” e vi invitiamo a comprare il loro disco. r.co.
E’ una questione di moda, si dirà, ma la cosiddetta scena milanese, mai come ultimamente, sta guardando con interesse al passato. E questo è anche il caso de I Cosi che rievocano in maniera originale le atmosfere tipiche della canzone cantautorale italiana degli anni Sessanta in una sorta di beat rivisitato.
Il progetto ha raggranellato buona attenzione e grandi aspettative, accumulate in un’attività live che in questi anni ha fatto solo assaporare le qualità del terzetto, adocchiato da tempo da Morgan Castoldi, che non si è svelato completamente prima di questo atteso Accadrà. Grandi armonie vocali per canzoni che alternano chitarre elettroacustiche e sembrano fatte apposta per piacere a tutti, adatte dal matrimonio al funeral party, si legge sul loro Myspace. Ed è vero. Le 11 tracce appartengono alla migliore accezione del termine pop, esempio azzeccatissimo uno dei due singoli Domani, ritornello appiccicoso come un “sogno dolcissimo e folle”. Ma il disco è un unicum molto positivo senza particolari mancanze che devono essere segnalate. I riferimenti dei Cosi non mancano possiamo citare Tenco, un certo Battisti, ma anche Adriano Celentano giusto per abbondare con la milanesità. Visto che i titoli di giornale che parlano di loro sono terribili, noi facciamo ben di peggio con “Dei Cosi siamo golosi” e vi invitiamo a comprare il loro disco. r.co.
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