12 aprile 2011

Intervista a Max Gazzè che svela i segreti di un album interrogativo

Abbiamo intervistato Max Gazzè in occasione del suo concerto al Phenomenon di Fontaneto d'Agogna, live dal ritmo incalzante nel quale il cantautore romano ha proposto un gran numero di brani della sua lunga carriera, in particolare tratti dai primi dischi. Non dimenticando perle dall'ultimo "Quindi?", canzoni in grado di creare ottimi momenti di suggestione e di far gridare a suqrcia gola un publico variegato, che in buona parte conosceva a memoria le delicate parole dei brani di Gazzè.

A cura di Roberto Conti

Come sta andando la tournée?
La prima parte del tour ha registrato il tutto esaurito, e la seconda tranche, anche. Abbiamo debuttato a Napoli con il sold out e così sono state anche le tappe successive, quelle di Firenze e Roma. Ora stiamo cercando di portare lo spettacolo anche in provincia, coprendo tutta Italia nel modo più capillare possibile.

Hai sempre la stessa passione ad esibirti dal vivo?
Assolutamente si, è una passione immutata.

Quale concerto della tua carriera ricordi con particolare piacere?
Al momento ricordo con piacere, non è un concerto, ma una performance, mi riferisco a quella di Sanremo 2008, serata dei duetti, quando ho suonato, con grande armonia ed intesa con Paola Turci e Marina Rei.

Come giudichi le tue ultime esperienze al cinema e a teatro?
Amo il cinema e l’atmosfera del teatro soprattutto quello che nasce da un percorso d’autore e diventa un punto di riferimento frutto di coerenza, al di fuori dei parametri effimeri. Il brano "Mentre dormi" è stato scelto come colonna sonora del film "Basilicata coast to coast" di Rocco Papaleo, film nel quale ho anche recitato. E' stata un'eserienza di grande interesse che mi ha divertito e regalato più di una soddisfazione.

Lavori in ambiti pesantemente segnati dai tagli alla cultura: qual è la tua opinione sulla situazione italiana?
Ora siamo in una profonda crisi. Ma non è la musica ad essere in crisi, è mercalo musicale. Oggi il mercato ti chiede di essere tutto e subito. Una condizione in cui ci rimettono tutti, anche le case discografiche. Io, però, non ho dubbi: la musica ce la farà!

“Quindi?” viene considerato fra i tuoi album più maturi: perché un titolo interrogativo?
“Quindi?” è un disco dedicato ai punti di domanda, a quello spazio che c’è tra l’ansia di partire e la frenesia di arrivare: la meta non importa, il bello sta nel mezzo. .

A quale brano sei particolarmente legato?
Questo mio ultimo disco ha pezzi interessanti, scritti con il nuovo partner nella scrittura dei testi, Gimmi Santucci. Fra i tanti mi piacere “Il Drago che ti adora” la storia del principe azzurro che si scopre drago e quindi non può combattere se stesso.

Cosa t’ispira nei testi oltre alla tua vita personale?
La natura, il cosmo, le favole, la filosofia… .

Leggevo che sei solito scrivere e solo successivamente comporre il brano: è un modo per dare il giusto valore alle parole e non “forzarle” all’interno di una struttura iniziale?
In realtà io sono più bravo come oratore che come scrittore, prediligo la musica alla parola e pezzi con Gimmi Santucci nascono proprio da lunghe chiacchierate, davanti a un tè caldo. Gimmi ha una grande proprietà di linguaggio.

Quali sono gli autori che senti più vicini per poetica e sensibilità?
Mi piace molto Battiato.

Come hai visto cambiare la musica in questi anni?
Direi che la musica è rimasta uguale, piuttosto è diversa la manualità nel processo creativo. Bisognerebbe mantenere spontaneità e imprecisioni, oggi abbiamo tutti la fissa del correggere gli errori.

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